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Le falsità storiche su Porto Santa Venere anche sul sito del Comune di Vibo e Wikipedia

Lo storico Montesanti rileva come sia l’enciclopedia online che il sito istituzionale riportano notizie distorte sull’origine del toponimo e sul cambiamento di denominazione

Le falsità storiche su Porto Santa Venere anche sul sito del Comune di Vibo e Wikipedia
Una veduta del porto di Vibo Marina
Il sito del Comune di Vibo Valentia

Prosegue l’operazione di demistificazione portata avanti dallo storico Antonio Montesanti  in merito all’origine del toponimo di Porto Santa Venere e al suo cambiamento in quello attuale di Vibo Marina. Si tratta, a parere dello studioso, di una ricostruzione fantasiosa della storia della cittadina costiera quella che emerge dalla narrazione che Wikipedia riporta nella pagina riguardante Vibo Marina riprendendo, e in parte modificando, le notizie che si possono leggere sul sito istituzionale del Comune di Vibo Valentia. Sia la famosa enciclopedia online che il sito comunale evidenziano come Vibo Marina fosse, in origine, chiamata Porto Santa Venere in base ad una leggenda che narra come il nome sia stato dato da un pescatore del luogo che scoprì sulla spiaggia la statua di una donna identificata come Santa Venere. “Leggenda priva di fondamento – spiega lo storico – in quanto non è vero che il nome lo diede un pescatore scoprendo la statua, mentre sappiamo da tempo che il toponimo è attestato, sin dal XII secolo, nei diplomi e privilegi normanni, mentre la statua denominata Santa Venere (in realtà Arianna in marmo, di epoca romana) venne ritrovata nel XIX secolo”. Montesanti smonta anche la seconda falsità, quella storica, che afferma che il borgo portuale cambiò il suo nome nel 1928 (Wikipedia afferma, da parte sua, che esiste un documento del 1931 ma senza fornire maggiori dettagli). Come ampiamente dimostrato, il regio decreto, la delibera comunale e documenti governativi almeno fino al 1944 non riportano alcun cambiamento di nome. Nonostante il Comune di Vibo abbia affidato a seri professionisti – commenta Montesanti – la verifica e la stesura dei testi storici ed informativi della città per il proprio sito istituzionale, ancora oggi si possono trovare descritte come vere una falsa leggenda ed una falsa storia. Mi chiedo perché la storia della comunità costiera del comune di Vibo Valentia debba essere ancora raccontata, ancora oggi, in modo del tutto falso. Possibile che non si pensi – domanda lo studioso – che migliaia di persone (studenti, turisti, imprenditori, ecc.) sono ormai soliti consultare il web per motivi di studio, di turismo o per un investimento? O che altri portali informativi potrebbero riproporre queste notizie inducendo nell’errore, come accaduto su Wikipedia?”.

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