Mileto, conto alla rovescia per l’intitolazione del seminario a don Iaria
Il sacerdote è nato a Palmi come il vescovo Nostro. È stato il rettore del seminario dal 1955 al 1970, quando il territorio rientrava nella diocesi miletese
Sarà intitolato a don Rocco Iaria il seminario vescovile di Mileto. L’appuntamento è per sabato 9 marzo alle 10.30, nel giorno in cui ricorrerà il primo centenario della sua nascita. A spingere in tal senso, l’attuale vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Attilio Nostro, nativo di Palmi come lo stesso don Iaria, sacerdote che dal 1955 al 1970 ha fra l’altro rivestito il ruolo di rettore del seminario della prima diocesi di rito latino del meridione d’Italia. Fino al 1979, infatti, l’episcopato miletese comprendeva anche il territorio di Palmi. Lo stesso monsignor Nostro, al momento della sua nascita, avvenuta nel 1966, è stato registrato da parrocchiano della millenaria diocesi che oggi si ritrova a servire e a governare. L’intitolazione avverrà alla presenza, tra gli altri, del vescovo della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi, monsignor Giuseppe Alberti, dell’attuale rettore del seminario, don Agostino Pugliese, del fratello di don Iaria, di tanti presbiteri delle due diocesi e di alcuni ex suoi alunni che, all’epoca, hanno trovato nel sacerdote di Palmi un padre, un fratello, un amico e una guida spirituale. Nato nel 1924, dopo i primi studi effettuati nel seminario di Mileto ha proseguito la sua formazione filosofica e teologica presso il Pontificio seminario regionale “Pio XI” di Reggio Calabria.
L’ordinazione presbiterale risale al 10 luglio 1949, avvenuta nella cattedrale di Mileto per mano dell’allora vescovo Enrico Nicodemo. Nei primi anni di ministero ha rivestito le cariche di economo coadiutore della parrocchia di San Michele in Vibo Valentia (dal 1950 al 1953) e di parroco della comunità di San Giovanni Battista in Melicuccà di Seminara (dal 1951 al 1954). Ma, soprattutto, don Iaria è stato “il rettore” per antonomasia del seminario di Mileto, che ha retto con infinito amore per le vocazioni e la non comune capacità amministrativa. Nella cittadina normanna è stato anche canonico teologo della cattedrale, professore di Lettere nella scuola dello stesso seminario, assistente dei maestri cattolici e responsabile dell’Unione apostolica del Sacro Cuore e del Centro diocesano del Piccolo Clero e dei “Pueri Cantores“. Nel 1967 è stato nominato da papa Paolo VI cameriere segreto soprannumerario. La sua morte, dopo lunga malattia, risale al 4 novembre del 1986.
«La figura sacerdotale di monsignor Iaria – scrive al riguardo don Letterio Festa, parroco della comunità di San Girolamo in Cittanova – non si può facilmente dimenticare. Lo ricordiamo, soprattutto e con gratitudine, per la passione con cui ha formato un’intera generazione di sacerdoti. Con la sua bontà d’animo, la sua intelligenza e la sua preparazione teologica e culturale, ha inciso profondamente nel cuore dei sacerdoti e dei molti laici che alla sua scuola si sono formati. Presbitero umile e discreto, zelante e disponibile, ha avuto un occhio limpido, capace di guardare e far guardare all’infinito e un udito sensibile alla voce di Dio e dei fratelli. Don Iaria – conclude – è stato un sacerdote veramente “cattolico”, un prete diocesano secondo quel modello di vero prete che non passa mai di moda, che non perde mordente e non invecchia, anzi previene i tempi, perché modello valido per tutti i tempi: il prete che dall’altare trae senso e significato per la sua insostituibile e sovrumana missione».
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