Lotta al randagismo, a Vibo partite le attività di recupero dei branchi
Dopo la sterilizzazione, i cani ritenuti idonei torneranno sul territorio ma continueranno ad essere rifocillati e monitorati da associazioni e cittadini. Barreca (Argo): «Così si limitano le nuove cucciolate»
Sono partite a Vibo Valentia le attività per il recupero di branchi sfuggiti ai tradizionali metodi di cattura (recinti, gabbie). Il metodo utilizzato è la telenarcosi, ovvero anestesia a distanza: «Questo – spiega Marika Barreca, vice-presidente dell’associazione “Argo” Vibo Valentia (la presidenza è affidata a Fabio Seminara) – ci permetterà di recuperare i cani, sterilizzarli/castrarli. Quelli ritenuti idonei saranno reimmessi sul territorio poiché non pericolosi. Vengono inoltre seguiti da volontari, associazioni e cittadini nel quotidiano». La prima tappa è stata l’area della città conosciuta come “L’Olivarella”: «Siamo organizzati con giorni prestabiliti. È un’attività che richiede tempo pazienza e diverse figure impegnate. Abbiamo chiesto la telenarcosi perché nel 2019, quando il sindaco ha emesso ordinanza di sterilizzazione con re-introduzione, grazie ad un grande lavoro di squadra e sinergia tra istituzioni e la nostra associazione siamo riusciti a togliere interi branchi, sterilizzare moltissimi cani. Fino al 2022 ci erano rimasti una 15 di cani su tutto il territorio. Erano i più diffidenti e furti e l’accalappiacani con i mezzi a disposizione non è riuscito nel recupero. Poi c’è stato un momento di stallo dovuto a questioni di turn-over all’interno dell’Azienda sanitaria, con il pensionamento del responsabile randagismo. Anche con le sterilizzazioni l’iter è rimasto fermo fino a settembre 2023. Nel frattempo – evidenzia Barreca – abbiamo comunque cercato di recuperare direttamente le cucciolate in modo che i branchi non aumentassero ma è stato comunque inevitabile».
I branchi presenti su Vibo sono costantemente controllati: «Ne abbiamo 7. Sono composti dai 2 ad un massimo di 6 cani circa. Non si tratta di animali aggressivi e vengono sfamati e monitorati da cittadini, volontari e associazioni. Abbiamo fatto un censimento tramite droni, c’è molto da lavorare, non è semplice». L’impegno resta massimo, anche perché la telenarcosi è uno strumento utile nella lotta al randagismo «perché si limitano le nascite continue cucciolate che formeranno ulteriori branchi. Si evita inoltre litigi tra esemplari maschi». Per la referente dell’associazione “Argo” «lavorare in questo modo sul territorio dimezza le entrate nei canili, i cani per strada e ogni problematica correlata». Ringraziamenti sono giunti all’indirizzo della consigliera comunale Paola Cautadella, del sindaco Maria Limardo, dell’Asp Veterinaria e il responsabile Domenico Mazzitelli, del vicecapo dipartimento LaTessa, della clinica Ceveca (dottor Garcea e il suo team), ditta Athena e Polizia locale.
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