Tonnare nel Vibonese, lo storico Montesanti: «Patrimonio unico da tutelare»
Da Pizzo a Parghelia, passando per Briatico, molti siti rischiano di andare perduti. Il professionista: «Amministratori e associazioni si prodighino. Si potrebbe realizzare un Parco letterario»
«È necessario che finalmente le amministrazioni costiere vibonesi comprendano il grande patrimonio legato alle tonnare che si trovano nei territori, un patrimonio unico che solo la nostra provincia possiede in Calabria». È un’analisi che lancia rilevanti spunti di riflessione quella offerta dallo storico Antonio Montesanti. La buona notizia dell’avvio delle procedure di dichiarazione dell’interesse storico monumentale della Tonnara di Santa Venere da parte del Ministero della Cultura «non può farci dimenticare quanto sia è necessario che questo accada anche per gli altri siti». Beni preziosi che rischiano di andare irrimediabilmente perduti: «Scoprire che le tonnare di Pizzo, Briatico o quanto resta di quella di Parghelia – che in pochi sanno indicarne i resti ormai – sono in disuso, prive di un atto di tutela, rimosse dalla memoria collettiva, è triste, deludente (foto dal Ministero cultura)», rimarca lo storico lanciando una proposta: «Sarebbe importante riuscire a “mettere insieme” questo patrimonio che accomuna paesi con storie diverse ma uniti da un’unica attività di pesca ed industria di trasformazione alimentare». L’idea è quella di riuscire a promuovere, in sinergia con le comunità e i loro amministratori, «un vero e proprio Parco letterario con le tante testimonianze di autori di ogni epoca che le hanno visitate. Insomma un’occasione didattica, turistica, culturale davvero originale in Calabria». Ma come fare? Il primo passaggio spetta alle comunità locali: «un atto di tutela, richiesto dalle amministrazioni o dalle Pro loco alle Soprintendenze avrebbe un valore in tal senso importante».
Montesanti va oltre: «Si potrebbero indicare come le tonnare della Costa dei rais» e magari avere «una propria progettazione proprio all’interno delle iniziative dell’istituendo Museo del mare e della pesca di Bivona». Al momento, a causa di «leggerezze amministrative non abbiamo notizie sulla sua effettiva istituzione, nonostante sia oggetto del finanziamento europeo che ha consentito il restauro della Tonnara di Bivona proprio a tale scopo. Sarebbe ridicolo che per l’ennesima volta, il Comune di Vibo Valentia concludesse i lavori di un finanziamento europeo ottenuto grazie alla Regione Calabria che prevedeva la realizzazione di un museo del mare nella Tonnara di Bivona omettendo di istituirlo. Già il finanziamento europeo del 2008 si concluse con il restauro della tonnara e la mancata realizzazione del museo nonostante fosse previsto nel finanziamento. Fortunatamente abbiamo ricevuto assicurazione che gli arredi museali acquistati allora, nel 2008, sono stati collocati con questo progetto all’interno della tonnara». In tale contesto «conforta sapere che sicuramente aprirà presto la sede del parco marino regionale, ma attendiamo di conoscere gli atti che adotterà il Comune per l’istituzione del Museo della pesca e del mare, prima della solita conferenza stampa di fine lavori. In ogni caso pretendiamo correttezza, senza i soliti ed inconcludenti affidamenti a questa o quella associazione di volontariato, per aprire e chiudere le porte, facendo finta di aver aperto un museo. Il bando – specifica lo storico – prevedeva la realizzazione di un museo ed il museo dovrà essere inaugurato ed istituzionalizzato alla fine dei lavori strutturali, altrimenti non esiteremo ad informare gli enti competenti per il mancato raggiungimento dell’obbiettivo principale del finanziamento europeo».
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