Disabilità e inclusione, Uici Vibo: «Pochi progetti e tempi infiniti per l’accesso ai servizi»
Il presidente Bartucca analizza passi in avanti e criticità cui ogni giorno le famiglie devono far fronte: «I conti in rosso delle amministrazioni non permettono la realizzazione di attività, spesso entrano in gioco le associazioni ma bisogna fare di più»
«A Vibo Valentia la sensibilità rispetto a decenni fa è aumentata. C’è più attenzione al disabile. A mancare sono i progetti, ancora troppo pochi». Giuseppe Bartucca ricopre la carica di presidente dell’Unione italiana ciechi di Vibo Valentia. Nel giorno di Santa Lucia, protettrice della vista, nonchè della Giornata nazionale del cieco affrontiamo il tema dei servizi in città a favore dei più fragili. Un tema che interessa decine e decine di famiglie, troppo spesso isolate da un sistema che difficilmente riesce a integrare la persona affetta da disabilità. Un ruolo importante lo svolgono le associazioni, che mirano – tramite laboratori, giornate nelle scuole, formazione, eventi culturali- a sensibilizzare le comunità e al contempo offrire una alternativa di socialità e inclusione a decine e decine di utenti. L’Uici si prodiga da anni anche nella promozione di corsi dedicati a insegnanti o giornate di screening per l’individuazione di patologie visive. Ma quali sono le difficoltà che le famiglie si trovano ancora oggi ad affrontare? «Per quanto riguarda i bambini- spiega il presidente Uici- non è facile per un genitore accettare la disabilità. La diagnosi segna profondamente i nuclei familiari chiamati a misurarsi con qualcosa molto spesso sconosciuto fino a quel momento. Le criticità insorgono soprattutto quando il piccolo inizia a confrontarsi con il mondo scolastico. Le scuole, gli insegnanti non sempre sono preparati nei riguardi delle singole disabilità. I corsi che vengono promossi sono perlopiù generici. E ancora, un ruolo di non poco conto viene svolto dall’empatia del singolo docente. Dalla relazione che riesce a intessere con l’alunno speciale, un percorso che si costruisce sul campo giorno dopo giorno. Non è affatto scontato».
Liste d’attesa e accesso ai servizi
Da un punto di vista sanitario, «le mancanze sono tante», rimarca Bartuca. Le lungaggini delle liste di attesa per riuscire a prenotare una visita si riflettono anche sui soggetti con patologie visive: «Anche se la persona ha già ottenuto uno stato invalidante riconosciuto, vi sono difficoltà ad accedere per esempio agli ausili protesici (stampante braille o barra braille) forniti in comodato d’uso dall’Azienda sanitaria dietro prescrizione rilasciata da uno specialista. Per fare un esempio- commenta il presidente Uici- per fare una visita bisogna attendere tre o quattro mesi, nella migliore delle ipotesi. A ciò si aggiunge l’iter burocratico che potrebbe dilungarsi per settimane e settimane. Situazioni che vanno a sfavore del paziente che non può beneficiare dell’ausilio in tempi stretti». Sul tema dell’inclusione sociale pochi passi avanti: «Rispetto al passato, a Vibo e in provincia un lento cambio di mentalità c’è stato. Il problema restano i perenni conti in rosso delle amministrazioni che incidono sulla programmazione e sui servizi. Mancano progetti e ci auguriamo che con i fondi del Pnrr qualcosa in più venga offerta sul territorio». Un’attività funzionante ma “limitata” dalla durata dall’iniziativa viene rappresentata dal Servizio a favore dei ciechi pluriminorati (finanziato dalla Regione Calabria) e concretizzata a Vibo dall’Uici: «Parliamo di un progetto che coinvolge quindici persone per circa cinque mesi. I risultati sono straordinari perché viene pensato un percorso diverso in base alle esigenze della persona con disabilità. Per esempio, c’è chi viene seguito da un oss a casa, chi da un istruttore di orientamento, mobilità e autonomia. C’è chi segue lezioni di nuovo. Insomma, si lavora anche con utenti con più patologie, non solo visive. Purtroppo si tratta di servizi che vengono garantiti per pochi mesi, speriamo che in futuro ci sia la possibilità di implementare queste attività».
Vibo, città a misura di disabile?
Sulle criticità in città, Bartucca fa presente: «Si potrebbe spingere verso un reale abbattimento delle barriere architettoniche. Un percorso tattile c’è già ma si potrebbe ampliarlo. Altro punto su cui focalizzare l’attenzione, l’accesso ai servizi e una riduzione dei tempi di attesa. Molto spesso sono le associazioni a supportare le famiglie, anche le istituzioni devono poter dare un segnale chiaro di vicinanza. Non solo a parole». Nel frattempo, il cammino dell’Uici proseguire: «Ogni anno, in occasione di Santa Lucia, portiamo la nostra testimonianza nelle diverse comunità del Vibonese. Un modo per sensibilizzare, per raccontarci, per far capire alle famiglie che la disabilità non è la fine di tutto. Un messaggio di speranza e, dove c’è necessità, una mano tesa d’aiuto. Nell’edizione 2023 saremo a Filadelfia. Alle 17.30 ci sarà una celebrazione liturgica alla presenza del vescovo Attilio Nostro. Al termine una esibizione del coro parrocchiale. In conclusione di giornata un momento di convivialità con le autorità civili e religiose», conclude Bartucca.
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