Vibo, gestione asilo nido: nuovo ricorso al Tar contro il Comune da parte di una cooperativa
La "Vibo Salus" si affida ancora una volta alla giustizia amministrativa al fine di ottenere, previa sospensione cautelare, l'annullamento della determinazione dello scorso 3 ottobre
L‘aggiudicazione dell’appalto per l’asilo nido comunale di Vibo è nuovamente al centro di un ricorso al Tar. Già, perché non è la prima volta che una cooperativa che si aggiudica il bando relativo al servizio in questione sia poi “alle prese” con ricorsi alla giustizia amministrativa da parte di altre società contro l’ente locale. Ma veniamo ai fatti odierni. La società che fino allo scorso anno si è occupata della gestione dell’asilo nido comunale, la “Vibo Salus”, ha presentato ricorso al Tar Calabria contro l’aggiudicazione da parte dell’ente locale del servizio alla nuova cooperativa, la “Santa Chiara”, avviato a inizio del mese scorso. La precedente società avrebbe rilevato una serie di vizi procedurali nell’aggiudicazione dell’appalto e pertanto ha presentato ricorso alla giustizia amministrativa – notificato al Comune di Vibo il 2 novembre scorso – al fine di ottenere, previa sospensione cautelare, l’annullamento della determinazione del 3 ottobre del servizio di gestione dell’asilo nido comunale e l’aggiudicazione della gara. Il Comune, da parte sua, valutato il ricorso e ritenuto che le argomentazioni nello stesso addotte “non siano da condividere” ha pertanto ritenuto “necessario ed opportuno” costituirsi nel giudizio al fine di “opporsi alle pretese giudiziali dei ricorrenti per una piena tutela delle ragioni e dei diritti di questa amministrazione”. Sull’asilo nido, a inizio anno scolastico, non è mancata la polemica tra la minoranza consiliare e l’assessore all’istruzione Antonello Fuscà circa la mancata apertura della struttura.
La proposta avanzata dalla cooperativa che ha vinto l’appalto per 377mila euro era stata giudicata dal componente della giunta migliorativa rispetto al passato “perché non è mai successo che il Comune abbia proseguito il servizio oltre il 30 giugno. Solo in un’ occasione, nel 2017, questo è avvenuto, ma solo fino al 12 luglio. La nuova realtà ha garantito il servizio invece fino al 18 luglio e questa è stata dunque la scriminante che ha consentito ad essa l’affidamento del servizio”. In realtà, visionando la determina, il periodo stabilito va da settembre 2023 a giugno 2024 e quindi dei successivi 18 giorni non vi è menzione. Probabilmente anche su questo aspetto ha fatto leva il ricorso presentato dalla Cooperativa “Vibo Salus” con l’obiettivo di ripercorrere quanto avvenuto negli anni scorsi quando erano stati accolti dalla magistratura amministrativa.
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