Mileto, celebrati i 93 anni della dedicazione della basilica cattedrale
L’anniversario è stato commemorato con una messa pontificale presieduta nella chiesa madre della diocesi dal vescovo Nostro davanti a centinaia di fedeli
Sono trascorsi 93 anni dalla dedicazione a Maria Assunta in Cielo e a San Nicola della basilica cattedrale di Mileto, chiesa madre della diocesi. Una ricorrenza commemorata in modo solenne con una celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Attilio Nostro, alla presenza delle massime autorità civili, politiche e militari, di una folta rappresentanza del clero e di centinaia di fedeli. Al suo fianco, il presule emerito di Lamezia Terme monsignor Vincenzo Rimedio. «È un surplus di grazia – ha affermato il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea nel corso della sua omelia – il fatto che noi siamo radunati in questa cattedrale meravigliosa per festeggiare questo anniversario e per dare inizio al pellegrinaggio sinodale che la Chiesa universale sta percorrendo nello stesso momento in cui lo stiamo facendo anche noi. Tutto questo è un segno profondo di unità, cattolicità e di conversione. Sono trascorsi 93 anni dalla dedicazione della nostra cattedrale – ha aggiunto – ma oggi ricorrono anche 31 anni da quando in questa stessa ora diventavo diacono. Io considero questo mio ministero in mezzo a voi come un servizio, nella convinzione che quando si serve si ama e si diviene all’altezza di Dio». Il presule ha concluso la sua accorata omelia pregando e scongiurando lui stesso e ognuno di noi a scacciare dal cuore tutto ciò che non è Dio, nella piena certezza «che tutto ciò che non è Dio non è amore».
Nel corso della celebrazione eucaristica, come ormai consuetudine, monsignor Nostro ha conferito il mandato pastorale agli operatori e alle operatrici attivi nelle varie parrocchie della diocesi. La dedicazione della basilica cattedrale di Mileto è avvenuta il 25 ottobre del 1930, con l’apposita cerimonia presieduta in prima mattinata dal vescovo Paolo Albera «con l’intervento del Capitolo, del clero della città, dei paesi vicini e del seminario». L’ingresso, così come si evince dagli scritti dell’epoca, è avvenuto «processionalmente ed in modo ordinato, al suono della musica cittadina all’esterno e del nuovo organo all’interno della cattedrale, con canto solenne del Te Deum, oblazione ed ostia di propiziazione e di pace». L’apertura della chiesa, «in un clima di festa e di profonda devozione», è stata invece sancita il giorno dopo, alla presenza delle massime autorità territoriali, e non solo. Da quel momento la maestosa struttura ha ospitato varie ordinazioni episcopali e migliaia di eventi, ad iniziare dai funerali dello stesso monsignor Albera, celebrati il 27 ottobre del 1943. Il “vescovo costruttore”, originario di Pavia, ha fatto realizzare la nuova cattedrale sulle fondamenta di quella ottocentesca, a sua volta danneggiata dai terremoti che nel 1905 e nel 1908 rasero al suolo, tra l’altro, le città di Messina e Reggio Calabria. In stile romanico, sul solco delle chiese precedentemente elevate nell’antico sito normanno e su progetto dell’architetto Faustino Roncoroni e dell’ingegnere Mario Pandelli.
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