Identità, tradizioni e futuro: “Il tocco” fa riscoprire il borgo medievale di Motta Filocastro
Il sodalizio, grazie ai progetti portati avanti, ha consentito una rinascita del paese, divenuto anche nei mesi estivi, tappa turistica. Il presidente Ciancio: «Tante potenzialità su cui puntare»
Punta a far scoprire il cuore antico delle tradizioni, a valorizzare il passato inteso come parte della identità di una comunità che guarda al futuro, a promuovere la bellezza dei piccoli borghi e del territorio vibonese. L’associazione “Il tocco”, nata Motta Filocastro nel luglio del 2005, punta al recupero del patrimonio storico e culturale del piccolo centro di Limbadi. Motta Filocastro è un borgo medievale. È caratterizzato da stradine strette e tortuose, balconi in ferro, portali in granito ed un magnifico panorama che abbraccia il Tirreno fino all’Etna. In questo scenario il sodalizio guidato da Graziano Ciancio ha realizzato in collaborazione con enti e associazioni locali numerose manifestazioni culturali riscuotendo ampi successi di critica e di pubblico: «Siamo nati 18 anni fa con l’obiettivo di costituirci in un organismo capace di interloquire con le istituzioni a più livelli. Prima di noi si promuovevano piccoli eventi, di promozione del territorio. Il nostro scopo era di fare un passo in avanti, realizzare progetti capaci di lasciare qualcosa sul comprensorio».
I progetti
In questi anni i progetti portati avanti sono stati tanti: «Con “Facimu rota” abbiamo voluto parlare di musica tradizionale, tradizioni contadine e agro pastorali. Tutti aspetti promossi attraverso mostre, cucina tipica, canti e suoni. La festa e la danza tradizionale, sono due elementi indissolubili nel mondo popolare greco-calabro, che vengono annualmente riproposti con questa manifestazione». C’è poi il Filocastrum fest, un vero e proprio viaggio alla scoperta della storia dell’antico borgo: «La rievocazione storica – fa rilevare – rientra tra quelle riconosciute su scala nazionale. La realizzazione dell’evento richiede grande lavoro e vi prendono parte anche volontari provenienti da Rombiolo, Mesiano, Mileto. I figuranti sono più di cento. Insomma una macchina organizzativa complessa, una vera e propria festa medievale, che proietta lo spettatore nel passato». La concretizzazione di tali appuntamenti richiede risorse economiche ma anche umane: «L’associazione conta più di cinquanta soci. Per un paese ha registra all’incirca duecento abitanti, la collaborazione è capillare. Rappresentiamo una importante fetta della comunità. Anche i non soci, in occasione degli eventi proposti, partecipano attivamente così come residenti nei centri limitrofi».
Lo spopolamento dei borghi
Indubbiamente, il sodalizio fa i conti con uno spopolamento che coinvolge diverse aree del territorio calabrese ormai da decenni: «Qualche membro è emigrato per questioni lavorative, ma il lavoro de “Il tocco” è continuato. Ci riempie di orgoglio, il ritorno di qualche famiglia in paese così come il crescente interesse turistico nei confronti di Motta. Spunti impensabili fino a qualche anno fa». Invece, complici anche i progetti portati avanti, la piccola frazione, seppur a piccoli passi, una rivincita la sta registrando: «Gli eventi rendono più attrattivo il paese. Sicuramente si fornisce al visitatore un ventaglio di scelta in più. Tant’è che c’è chi ha effettuato piccoli investimenti, c’è il desiderio di creare piccole realtà commerciali. È un risultato di non poco conto». Ma c’è un messaggio che “Il tocco” intende veicolare con forza: «Il nostro paese ha delle potenzialità e questo viene oggi pienamente compreso anche da alcuni residenti. Tant’è che tanti cittadini del centro storico hanno restaurato le loro abitazioni valorizzando la costruzione antica, con i mattoni a vista. Un “nuovo” indirizzo urbano e paesaggistico, se vogliamo, in discontinuità con la corsa all’utilizzo degli intonaci degli anni passati».
L’impegno per il territorio
Parlando dei progetti, le difficoltà accomunano il sodalizio di Motta a diversi enti attivi nel territorio: «Le criticità sono soprattutto economiche. Accogliere venti artisti – per esempio – richiede spese anche per l’ospitalità, per le performance. I Comuni fanno quello che possono, cercano di venirci incontro. L’amministrazione di Limbadi– ad esempio – si è sempre posta con atteggiamento di piena disponibilità. Bisogna evidenziare che le manifestazioni in grado di richiamare alti numeri di visitatori richiedono zone parcheggio, gestione delle strade per evitare intasamenti. Insomma, dietro ad ogni evento, c’è un gran lavoro di squadra». Il presidente de “Il tocco”, assicura massimo impegno per il futuro: «L’obiettivo è quello di crescere. Continuare a raccontare il nostro territorio per promuovere Motta e la sua storia. Stiamo già preparando le iniziative per Natale con concorsi dedicati al presepe e albero di Natale più bello. In tale contesto risulta indispensabile il coinvolgimento anche delle scuole. Negli anni scorsi, l’iniziativa ha riportato ampi consensi e abbiamo ospitato nella giuria personalità di pregio, come monsignor Nostro».
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