Arena, la terza campagna scavi fa emergere le origini del castello. Il professor Citter: «Risultati inattesi»
Il docente universitario illustra i risultati delle attività: «Con ogni probabilità, già dalla Protostoria, un villaggio era qui ubicato sulla collina dove si trovano i ruderi del maniero. Poi è stato spianato per far spazio a un grande edificio rettangolare»
La promozione del territorio attraverso il recupero dell’identità storica. Una ricostruzione del passato per proiettarsi verso nuovi orizzonti, anche nel settore economico-turistico. Il tutto era partito con “Arena, nel segno dei normanni”. Oggi, con la conclusione della terza campagna scavi al castello, si ricostruiscono nuovi tasselli in merito alle origini di un sito antico che aveva una rilevante funzione di avamposto fra quell’area pianeggiante e le Serre vibonesi. Le attività sono state promosse nell’ambito di un accordo quadro fra il Comune di Arena, l’Università di Siena e la Sabap per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia. Il castello, si ricorda, venne fondato dai Normanni nel corso del XII secolo anche se attestato più tardi nelle fonti scritte. Serviva a difendere Mileto, la “capitale” normanna, sede della corte di Ruggero I nonché fulcro, ricchissimo, dalla sua costituenda Contea normanna di Calabria.
La campagna scavi ad Arena
I dati emersi grazie alla campagna scavi vengono illustrati dal professor Carlo Citter, professore associato di Archeologia cristiana e medievale all’Università di Siena: «Si tratta – spiega – di risultati del tutto inattesi che testimoniano una lunga frequentazione della collina dove oggi sono i ruderi del castello. Forse già dalla Protostoria, un villaggio era qui ubicato come testimoniano alcune serie di buche per alloggio di pali lignei scavate nel banco di roccia, che è stato spianato per fare posto ad un grande edificio rettangolare. Questo doveva essere imponente, a giudicare dalle fosse di fondazione che raggiungono i 2 metri di larghezza, ma è stato completamente demolito per realizzare le fasi successive del castello». Il docente avanza una ipotesi: «Potrebbe essere questo il primo luogo fortificato dai Normanni, anche se al momento dobbiamo elaborare tutti i dati. Altri edifici, realizzati con base in pietre legate da argilla e alzato in legno potrebbero appartenere ad una fase bizantina, ma le fasi più recenti e soprattutto le risistemazioni a seguito dei terremoti del XVII e XVIII secolo hanno compromesso molto la leggibilità delle tracce».
L’interesse della comunità
Il sito, è tra i luoghi simbolo della “Castellana di Arena”. Una rievocazione storica dei fasti arenesi dell’anno mille che registra ogni anno un grande successo e una ampia partecipazione di pubblico. Non solo. L’interesse della comunità locale e anche degli studiosi, dei paesi limitrofi: «Il castello – chiosa il professor Citter – ha mostrato tutto il suo enorme potenziale e la popolazione ha partecipato attivamente alle giornate di apertura al pubblico e di condivisione dei risultati. Allo stesso modo le scuole del comprensorio che hanno mostrato un vivo interesse per realizzare progetti congiunti».
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