Aism, al via “#Cambia il finale!” contro la discriminazione delle donne con sclerosi multipla
Il progetto vede in campo anche la sezione provinciale con l’obiettivo di fronteggiare le discriminazioni sociali e le condizioni di invisibilità e violenza
“#Cambia il finale! Una rete di prossimità per il supporto delle donne con disabilità che subiscono discriminazione multipla sul lavoro, in famiglia e che possono diventare esposte alla violenza”. Questo il titolo del progetto avviato dall’Aism e finanziato dalla Regione Calabria. L’iniziativa vede in prima linea anche la sezione provinciale di Vibo Valentia, con sede a Ionadi, presieduta da Tania Garistina. Il progetto, nello specifico, punta a mettere in campo nuovi strumenti concreti e trasferibili con e per le donne con sclerosi multipla. L’obiettivo è di fronteggiare gli impatti delle discriminazioni che subiscono e di farli uscire da condizioni di invisibilità, violenza, molestie e difficoltà sia nei campi lavorativi e familiari e sia nell’accesso ai servizi socio-sanitari. Il tutto, attraverso processi di informazione e di formazione e un lavoro di rete con i servizi, le associazioni e le istituzioni locali. “#Cambia il finale!” è aperto a tutte le donne con disabilità, le quali avranno così modo di confrontarsi e raccontarsi e di usufruire di consulenza gratuita e supporto nei percorsi di crescita e di affermazione dei loro diritti. La sclerosi multipla è una patologia del sistema nervoso centrale che insorge in età giovanile e accompagna la persona colpita per l’intero arco della vita. La malattia colpisce in Italia oltre 137 mila persone e, in questo contesto, le donne sono colpite in misura superiore rispetto agli uomini. Essa, a secondo delle differenti forme e sintomatologie e dei vari gradi di disabilità che può causare, necessita di strumenti evoluti e specifici sia sul piano clinico e riabilitativo-abilitativo e sia su quello degli interventi sociali, di tutela e di promozione dell’autonomia e dell’empowerment. La mancanza di informazioni corrette sulla sclerosi multipla, quindi, è spesso fonte di pregiudizi e di interpretazioni errate che hanno una ricaduta diretta sulle scelte, sulle opportunità e sulla piena partecipazione sociale delle donne affette da questa patologia. Molte, tra l’altro, quelle che vedono compromessa la loro posizione lavorativa e che rischiano l’isolamento e di precludersi scelte importanti come la maternità. Il progetto avrà la durata di 10 mesi e punterà proprio ad eliminare e mitigare queste problematiche, e non solo.
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