Oltre 100 partecipanti alla giornata dedicata alla scoperta della grotta Trisulina e Papaglionti vecchio
FOTO | Ampia adesione all’evento promosso all’associazione Archeoclub Italia “Armos” di Rombiolo: «Riscopriamo tesori archeologici e culturali e puntiamo a sensibilizzare la popolazione sulle tematiche dell’ambiente e della salvaguardia del territorio»
Grande partecipazione e risultati ben oltre le più rosee aspettative per la prima giornata “Ecologica, ambientale, archeologica” promossa dall’associazione Archeoclub Italia “Armos” di Rombiolo nella cornice dell’antico borgo di Papaglionti di Zungri. L’appuntamento è stato reso possibile grazie al supporto del Gal terre vibonesi e del patrocinio del Comune di Zungri. La campagna ha come finalità la tutela, sensibilizzazione e valorizzazione del patrimonio storico e culturale locale. Siti poco conosciuti da promuovere per un effettivo e concreto recupero capace di ricostruire tasselli di storia e quindi di identità locale. In tale contesto, alla presenza di un centinaio di aderenti al progetto, i membri dell’associazione assistiti da alcuni ragazzi in veste di volontari e divulgatori per un giorno, hanno guidato i visitatori alla riscoperta di Papaglionti. Il piccolo centro venne abbandonato dai suoi abitanti dopo una serie di calamità naturali. La passeggiata ha altresì permesso ai partecipanti di godere dello spettacolo suggestivo offerto dalla Grotta di Trisulina, in realtà ipogeo di epoca romana (datato primo secolo Ac).
La grotta Trisulina
Grande la soddisfazione dei promotori: «I visitatori – raccontano -sono stati guidati attraverso un percorso naturalistico, modellato ad hoc dai componenti dell’associazione di Rombiolo, fino a raggiungere l’ingresso del sito archeologico, anch’esso ripulito per l’occasione. Dopo una prima illustrazione, durante il cammino, suddiviso in singole tappe, di cenni storici riguardanti la zona dove è collocato il sito ed il borgo, i partecipanti sono stati condotti all’interno del sito stesso, ubicato a circa sette metri di profondità». Qui l’archeologa, socia fondatrice dell’associazione, Sesil Marcella coadiuvata dalle giovani volontarie (Tonia, Debora, Michela e Caterina), ha decantato i «tratti salienti della prestigiosa storia nel sito, dalle sue origini sino al suo declino, senza dimenticare di citare le varie leggende che attorno allo stesso si sono nei secoli formate e tramandate di generazione in generazione».
Ambiente e salvaguardia del territorio
Per gli organizzatori, l’evento è stato rilevante per diversi aspetti: «La giornata è stata caratterizzata non solo dalla riscoperta di un bene archeologico di importanza strategica per la storia del contesto territoriale, ma anche per l’opera ambientale ed ecologica che è stata il presupposto della iniziativa. Difatti nei giorni che hanno preceduto l’evento, i componenti della associazione guidati dal presidente Nicola Mandaradoni, hanno effettuato un’opera di messa in sicurezza, pulizia del sito e del percorso, non solo dalle erbacce e dai rovi, ma rimuovendo anche i rifiuti urbani che nel tempo si sono accumulati su tutta l’area interessata».
Per i promotori, obiettivo centrato: «Queste giornate infatti hanno come scopo non solo la riscoperta di tesori archeologici e culturali ma anche quello di sensibilizzare la popolazione sulle tematiche dell’ambiente e della salvaguardia del territorio. Agli ospiti è stato poi offerto un aperitivo a base di prodotti locali donati da aziende del comprensorio, a sigillare il connubio tra territorio, tradizione e gastronomia quale riflesso dei valori che lo caratterizzano e che rappresentano il volano di potenziale sviluppo economico che può segnare la rinascita di questi piccoli borghi, altrimenti destinati a scomparire». Ringraziamenti sono giunti all’indirizzo dell’amministrazione comunale, del Consorzio di bonifica, Gal, aziende locali nonché volontari e partecipanti che hanno permesso la realizzazione di questo primo evento «alla scoperta del territorio».
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