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Dimensionamento scolastico nel Vibonese: parla il presidente L’Andolina e illustra la realtà dei fatti

Dall'elaborazione della proposta di Piano ai criteri giuridicamente consentiti passando per l'approvazione della Conferenza d'ambito sino all'ultimo Consiglio provinciale in cui non sono mancati "colpi di teatro". Ecco le opzioni a cui si andrà incontro e le considerazioni del vertice politico dell'ente intermedio

Dimensionamento scolastico nel Vibonese: parla il presidente L’Andolina e illustra la realtà dei fatti
Corrado L'Andolina

Il dibattito sul dimensionamento scolastico nel Vibonese, tra tagli e critiche alle misure previste, è l’argomento – anche politico, se vogliamo – che sta tenendo banco nelle ultime settimane. A margine di ciò, la nostra testata giornalistica ha approfondito la questione con il presidente della Provincia di Vibo Valentia, l’avvocato Corrado L’Andolina, il quale ci ha spiegato che per elaborare la proposta di Piano di dimensionamento scolastico sono stati effettuati dallo stesso presidente della Provincia, due incontri ufficiali con i sindacati dei dirigenti scolastici, un incontro con i Comuni, divisi per aree e articolati in tre differenti riunioni, e molteplici interlocuzioni con il Dipartimento di Pubblica Istruzione della Regione. Inoltre, sono stati acquisiti i pareri ufficiali dei Comuni e degli Istituti Comprensivi. A seguire, lo scorso 9 ottobre, la Conferenza d’ambito che comprende tutti i dirigenti scolastici e tutti i rappresentanti comunali che si sono espressi, in larga maggioranza, favorevoli alla proposta di Piano: 30 favorevoli, 17 contrari e 1 astenuto. Appena 8 i Comuni che si sono pronunciati negativamente.

Alcuni consiglieri provinciali

E così, la proposta di Piano è approdata nel Consiglio provinciale del 12 ottobre. Nel corso della seduta, i consiglieri presenti hanno presentato un emendamento firmato dai consiglieri: Maria Teresa Centro, Elisa Fatelli, Alessandro Lacquaniti, Giuseppe Leone, Carmine Mangiardi, Marco Miceli e Domenico Tomaselli. In virtù di tale emendamento, i consiglieri hanno contestato sia la proposta, sia i criteri di assegnazione delle autonomie scolastiche (11 i tagli su 32 Autonomie). E, pertanto, sono state proposte alcune varianti al Piano. In particolare: Filandari e Rombiolo in un unico Istituto. Serra San Bruno, Spadola, Brognaturo e Simbario in unico Istituto. Per Fabrizia, proposto il mantenimento dell’Autonomia, con Mongiana e Nardodipace. Per Ricadi un altro nuovo Istituto comprendente anche: Zungri, Cessaniti, Zaccanopoli e Spilinga. Una nuova Autonomia con accorpamenti differenti su Vibo Valentia e una nuova da assegnare all’IIS “De Filippis – Prestia”. Infine, una deroga per Soriano Calabro, finalizzata al mantenimento dell’Istituto Omnicomprensivo. A conti fatti, le Autonomie così determinate arrivano a 25, anziché 21 per come prescritto dall’assegnazione regionale. Di fronte alla protesta dei cittadini di Mileto, presenti in aula, i consiglieri presenti (tutti, tranne Carmine Mangiardi che nel frattempo aveva lasciato la seduta) hanno poi proposto un emendamento dell’emendamento, per la creazione della 26° Autonomia: quella di Mileto, sempre a fronte delle 21 giuridicamente disponibili.

La sede della Regione Calabria
La Cittadella, sede della Regione Calabria

A quel punto, il presidente Corrado L’Andolina ha eccepito tre rilievi: “il numero delle Autonomie, che è di 21 e non può essere determinato a piacimento, e la violazione della volontà di molteplici Comuni che si ritroverebbero in Istituti differenti da quelli chiesti mediante delibere di giunta. Fra questi: Zaccanopoli, Zungri, Cessaniti, Simbario, Brognaturo, Spadola, Filandari. Evidenti ricadute e indebolimenti di altre Autonomie, come quella di Rombiolo e di Vallelonga che si vedrebbero sottratte numerose scuole. Infine, il divieto assoluto di mantenere Istituti Omnicomprensivi con meno di 600 alunni, come nel caso di Soriano Calabro”. Dal canto loro, i consiglieri provinciali hanno contestato la parametrazione regionale utilizzata per l’assegnazione delle Autonomie. A tale riguardo, il presidente della Provincia, Corrado L’Andolina, ha ribadito che “trattasi di parametri prescelti dal Consiglio Regionale, di valenza oggettiva e giuridicamente vincolanti. In sostanza, – ha spiegato il presidente, nonché avvocato L’Andolina – non vi è alcun errore di calcolo e le Autonomie sono state assegnate in numero corretto”. Tuttavia, in ossequio alla volontà dei consiglieri, ha assicurato che si farà portavoce della volontà dei consiglieri di un incontro con i vertici della Regione, politici e burocratici, per la trattazione della materia. Al momento del voto, il colpo di teatro: la maggioranza dei consiglieri che pure aveva firmato sia l’emendamento, che l’emendamento dell’emendamento, abbandona l’aula e non vota alcunché. Restano in Consiglio soltanto il presidente e i consiglieri Marco Miceli e Domenico Tomaselli. Il giorno successivo, il presidente ha scritto ai responsabili regionali per chiedere l’incontro sollecitato dai consiglieri. “A breve verrà riconvocata la seduta del Consiglio Provinciale – ci spiega L’Andolina -, a quel punto il Consiglio avrà tre opzioni. La prima: verrà approvata la proposta già portata all’ordine del giorno nella seduta del 12 ottobre, condivisa in larga parte dalla Conferenza d’ambito e dalla stragrande maggioranza dei Comuni. La seconda: la proposta sarà emendata. In che termini non è ben chiaro, visto che l’emendamento dell’emendamento è fuori dai parametri procedurali e quindi privo di qualsiasi effetto e valenza giuridica. La terza: il Piano non viene licenziato. Sia nella seconda che nella terza ipotesi la Regione nominerà un Commissario ad acta per l’elaborazione della proposta. In tal caso, l’ennesima brutta figura per il Consiglio provinciale e per tutto il Vibonese e altri costi destinati a gravare sulle casse provinciali. Chi vivrà, vedrà.”, ha concluso l’avvocato L’Andolina, presidente della Provincia di Vibo Valentia.

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