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Vibo, “Giù le mani dalla 194”: «Inammissibile raccolta firme contro l’aborto davanti ad una chiesa»

Il coordinamento dell'associazione ha annunciato una protesta in zona mercato per la prossima settimana

Vibo, “Giù le mani dalla 194”: «Inammissibile raccolta firme contro l’aborto davanti ad una chiesa»

«A Vibo Valentia il tempo si è fermato. Anzi, si vorrebbe che le lancette girassero in senso contrario. Davanti a una chiesa, si sono materializzati – con la “benedizione” del vescovo e del sindaco – banchetti in cui viene chiesta la firma perché diventi obbligatorio far sentire alla donna, che ha già deciso abortire, il battito cardiaco del feto». Così il coordinamento “Giù le mani dalla 194” che informa che si terrà un sit-in a Vibo Valentia in zona mercato sabato 14 ottobre a partire dalle ore 10. «Si vuole annullare la donna come persona, espropriarla del proprio corpo e colpire, insieme al corpo, i sentimenti. Il tentativo di modificare la Legge 194 non ha niente a che vedere con la salvaguardia del feto, ma è una tortura che si vuole infliggere ad una donna considerata incapace di rendersi conto di quello che fa e che si vuole sottomessa a qualcuno che continuamente la indirizzi. La scelta dell’aborto per una donna è già di per sé una scelta drammatica, con sensi di colpa presenti per tutta la vita. E la Chiesa tenta di introdursi, con forti ingerenze politiche, in un campo che non le appartiene. Un urlo silenzioso e pieno di dolore si alza dalla voce di tutte le donne di ieri che hanno riflettuto, analizzato, ponderato, lottato per avere una legge a loro tutela. In nome di quell’urlo, che è dentro ciascuna di noi, riprendiamo le nostre lotte, ancora, ancora e ancora. La trasformazione democratica del Paese è profondamente intrecciata alle lotte femminili, e la storia ci insegna che le conquiste politiche, civili e sociali delle donne e il miglioramento della loro condizione hanno sempre comportato progresso e una società migliore per tutti. Vogliamo politiche di sostegno alla famiglia e, insieme alla contraccezione, la libertà di interrompere la gravidanza. Rivendichiamo il nostro diritto alla vita senza violenza, fisica o psichica. La vita e il corpo della donna devono essere una soglia invalicabile per chiunque lei non voglia. Chiesa e Stato compresi. Le donne italiane sono donne consapevoli e sui diritti non si torna indietro».

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