Dimensionamento scolastico: oggi l’incontro in Provincia, ma monta la protesta di dirigenti e sindacati
Il presidente Corrado L’Andolina dovrebbe ufficializzare il documento riguardante gli istituti del territorio che è stato rimodulato nei giorni scorsi
Il 15 ottobre gli enti provinciali calabresi dovranno presentare i piani di dimensionamento scolastico in Regione. Oggi, a seguito dell’incontro tra forze politiche, sindacali e della scuola, il presidente Corrado L’Andolina dovrebbe ufficializzare il documento riguardante gli istituti del territorio vibonese che è stato rimodulato nei giorni scorsi ma che comunque ne andrebbe a sopprimere undici. In molti tra dirigenti scolastici, sindacati e genitori, contrariati dalle ultime scelte effettuate per il suddetto piano, annunciano proteste. I presidi calabresi che lavorano fuori regione hanno chiesto un incontro al presidente Roberto Occhiuto e all’assessore delegato all’Istruzione Giusi Princi per discutere del progetto regionale che in base ai nuovi criteri nazionali avrà 281 autonomie scolastiche rispetto alle 360 dell’assetto precedente. «Ricordiamo a noi stessi – affermano i dirigenti scolastici “emigrati”- che il presidente Occhiuto, alcuni anni fa, quando era un semplice consigliere, regionale, si fece promotore di una proposta di legge tendente, attraverso specifiche azioni formative, a utilizzare giovani calabresi nella pubblica amministrazione della nostra regione allo scopo di “frenare” la progressiva emorragia di cervelli dalla nostra terra. Siamo certi, dunque che mostrerà attenzione alle questioni che, insieme ai nostri sindacati di riferimento intendiamo sottoporgli nell’incontro che abbiamo richiesto. Infatti, per gli effetti distorti di un concorso concepito su base regionale (il ruolo di dirigente scolastico è regionale) ma con graduatoria nazionale, molti di noi sono stati costretti ad accettare l’incarico fuori dalla propria regione. Un concorso duro, che è costato anni di sacrifici e di studio, – proseguono i dirigenti scolastici – per di più investito da innumerevoli ricorsi che ne hanno via via snaturato l’impianto iniziale. Oltre al danno di essere stati costretti a lasciare la Calabria dirigenti scolastici fuori regione hanno subito anche la beffa di vedersi negato il diritto alla mobilità e quindi la prospettiva di poter rientrare nella propria regione di residenza. Tacciamo – proseguono i presidi – sulle difficoltà economiche di chi è costretto ai costi enormi di residenza in altre regioni pur continuando a pagare mutui e imposte in Calabria, sulle famiglie divise, sugli anziani e i figli minori lasciati a casa. Con la beffa di vedere assegnate in Calabria ben 75 reggenze, un solo dirigente per più istituti, con quali effetti sull’offerta formativa e la garanzia del diritto allo studio sul territorio facilmente prevedibili. Una situazione che il dimensionamento scolastico porterà, nei prossimi tre anni, al taglio di 82 autonomie, creando mega Istituti di oltre 1000 alunni distribuiti su una miriade di comuni distanti anche molti chilometri tra loro, finirà inevitabilmente per aggravare. Il taglio delle autonomie scolastiche, nonostante le rassicurazioni del Ministero, porterà alla contrazione del personale Ata e docente e anche alla chiusura di plessi, costringendo la Regione ad un aumento dei costi per il trasporto degli studenti».
Per quanto riguarda il territorio provinciale vibonese a esprimere dissenso e disapprovazione sono le sigle sindacali Cgil, Snals-Confsal e Gilda che in una nota sostengono che «non si tratta di un dimensionamento ma di un “ridimensionamento” che mira a fare cassa. Pur comprendendo le difficoltà in cui operano i soggetti politici a mettere in atto il nuovo assetto della rete scolastica regionale e provinciale non possiamo non continuare ad esprimere il nostro disappunto. Contrari al dimensionamento scolastico – proseguono le sigle sindacali -. La situazione socio-economica del vibonese, già disastrata, non può portare anche a perdere decine o centinaia di posti di lavoro che potrebbero ulteriormente incidere in negativo sulle economie delle famiglie. Ci vuole un atto di coraggio e proporre numeri alla mano un “dimensionamento ridimensionato” e numeri più consistenti. D’altronde il Consiglio regionale, trasversalmente, nella seduta del 20 aprile 2023, aveva preso un impegno importante e condivisibile deliberando l’impegno ad “…attivarsi in tutte le sedi istituzionali per contrastare le norme nazionali inerenti il dimensionamento della rete scolastica, in ragione della valutazione secondo cui: non può essere un obiettivo dello Stato la riduzione del numero delle istituzioni scolastiche, perché in contrasto con i principi di ragionevolezza e di buon andamento dell’amministrazione”. Hanno votato a favore: Forza Italia, Forza Azzurri, Coraggio Italia, Fratelli d’Italia, Lega Salvini, Unione di Centro, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, gruppo Misto». Per il responsabile della FlcCgil Pasquale Mancuso «si tratta di un’operazione sbagliata e in contrasto con le stesse priorità evidenziate dal Pnrr circa il miglioramento dei processi formativi, di lotta alla dispersione e di sostegno alle aree in cui si registra maggiore sofferenza. La riorganizzazione della rete scolastica può e deve essere affrontata in modo diverso: le dimensioni delle scuole non devono superare i 900 alunni, le specificità territoriali e di indirizzo vanno salvaguardate, il tempo scuola e il personale vanno rafforzati, le aree interne vanno tutelate». «La Calabria, che è la regione con il maggior abbandono scolastico d’Europa, dove la gran parte dei 409 comuni si stanno spopolando, deve fare i conti con una riduzione drastica delle autonomie. Nella provincia di Vibo Valentia saranno ridotte a 21 da 32 – afferma il segretario provinciale dello Snals Saverio Franzé –. La riduzione delle autonomie sicuramente non servirà a ridurre la dispersione scolastica. Tutt’altro, acuirà tale fenomeno. La Scuola, come ha scritto Pietro Calamandrei, è “…organo centrale della democrazia, perché serve a formare la futura classe dirigente, non solo quella politica… ma anche quella nel senso culturale e tecnico». Il responsabile territoriale delle Gilda Unams Antonio Vacatello invece pone alcune domande: «Cosa farà il presidente della Provincia di Vibo Corrado L’Andolina dopo la richiesta esplicita del sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo, che senza alcuna esitazione ha chiesto più autonomie per Vibo città e anche per l’ambito provinciale? Andrà avanti con la sua proposta o ascolterà il primo cittadino cosi come ha fatto con altri sindaci? Non mi discosto da quanto già detto al tavolo nei due incontri avvenuti nei locali della Provincia con il presidente: ascolti tutte le istanze che vengono dal territorio, poi faccia sintesi ma segua le Linee guida, trovando il coraggio di proporre alla Regione più autonomie. Siamo per la difesa dei posti di lavoro e per il buon funzionamento delle Istituzioni scolastiche, affinché possano svolgere appieno la loro missione educativa. Coraggio presidente, elabori una proposta fuori dai parametri, lanci la palla alla Regione che dovrà assumere la responsabilità della decisione finale».
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