Gli inglesi provano a copiare la ’nduja e Spilinga la difende Gian Antonio Stella
La nota firma del Corriere della Sera si occupa del caso nella rubrica settimanale "Tuttifrutti"
Una ghiottoneria dal «sapore eccezionale» nata dalle «meravigliose esperienze culinarie» (parole testuali prese dalla home page) dell’ azienda «Lishman’s butchers and charcutiers» di Ilkley, una cittadina e una stazione termale del West Yorkshire nel nord dell’Inghilterra, a 366 chilometri da Londra e 2.818 da Spilinga, patria della ‘nduja. Già, il nostro amato e inimitabile insaccato che un salumificio inglese spaccia come «Prodotto a mano da maiali dello Yorkshire». Di questa audace “appropriazione gastronomica” ne parla Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera, con tanto di citazione dal sito della salumeria inglese che, addirittura, si prende la briga di “spiegare” la ‘nduja ai propri clienti: «Handmade from Yorkshire pigs. Nduja is a soft spreadable salami which is seasoned with chilli and paprika making it fiery hot. Best dotted on pizzas, mixed with tomato and grilled on bread, added to pasta dishes or stews». Un insaccato «prodotto a mano da maiali dello Yorkshire». La macelleria inglese, inoltre, vende on line la specialità calabrese realizzata presso i loro stabilimenti, esaltando il loro lavoro e la qualità del prodotto: «La nostra ‘nduja – si legge sul sito- ha ottenuto anche due stelle nell’ambito del Great taste award (Concorso dedicato al cibo e alle bevande)». E non mancano le indicazioni su come valorizzare il meglio l’utilizzo del salume in cucina: «È ottimo spalmato sulla pizza, mescolato al pomodoro e grigliato sul pane, aggiunto a primi piatti o stufati». Il prezzo? 4,25 sterline al pezzo, circa 4 euro. La tutela del “Made in Italy” può attendere…
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