Anno mottoliano, il vescovo: «Momento di grazia per recuperare la capacità di ascolto»
L’anno giubilare prenderà il via il 10 ottobre nella concattedrale di Tropea. I dettagli illustrati da monsignor Nostro nel corso di una conferenza stampa
«Abbiamo deciso di stampare il Calendario diocesano e stiamo pensando di farlo realizzare alla Caritas, inserendolo tra le sue iniziative annuali, in questo caso a favore di una delle realtà solidali di don Mottola». Queste le parole con cui il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Attilio Nostro, ha introdotto la conferenza stampa di presentazione dell’Anno giubilare sacerdotale, indetto in occasione del centesimo anniversario dell’ordinazione sacerdotale del beato Francesco Mottola. All’incontro, svoltosi all’interno dei locali della Curia, sono stati presenti anche il vicario episcopale per la Cultura, don Pasquale Rosano, il fratello maggiore dei sacerdoti Oblati del Sacro Cuore, don Francesco Sicari, il direttore dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali, don Oreste Borelli, e il vicario per la Pastorale don Roberto Carnovale.
L’anno mottoliano prenderà il via il prossimo 10 ottobre con una cerimonia solenne all’interno della concattedrale di Tropea. L’ordinazione sacerdotale di don Mottola è avvenuta a Tropea il 5 aprile del 1924. Un momento apicale dell’anno giubilare, «tant’è che quest’anno ci sarà la novità che le ordinazioni sacerdotali saranno caratterizzate da tale data e che si svolgeranno, non nella cattedrale di Mileto, ma nella concattedrale di Tropea. La volontà – ha sottolineato il presule – è di omaggiare don Mottola anche attraverso questa scelta inconsueta. Per quest’anno giubilare abbiamo chiesto l’indulgenza plenaria, così come in occasione della consacrazione della chiesa della Serva di Dio Natuzza Evolo, di cui, tra l’altro, nel 2024 ricorreranno i cento anni dalla nascita. Due le cose importanti che intendiamo fare in questo periodo di grazia. La prima è di dedicarci il giovedì di ogni mese a una formazione più serrata nei confronti dei sacerdoti, con l’obiettivo di aiutarli a recuperare la capacità di ascolto, con un occhio particolare verso i giovani, su temi quali l’usura, il gioco d’azzardo, il racket e quant’altro. In questo caso la finalità è di tentare di scrivere una regola di vita sacerdotale ispirata e guidata da don Mottola.
La seconda – ha aggiunto – riguarda i laici e il desiderio, che tutta la diocesi ha, di imprimere un’ulteriore spinta verso il discorso del sinodo come stile di vita. L’idea è di far diventare il sinodo un “modus operandi” e un “modus agendi” della nostra diocesi, partendo dall’ascolto». A seguire monsignor Nostro ha posto l’accento sulla fase sapienziale del sinodo e sulle tre emergenze della diocesi: la formazione liturgica del popolo di Dio e la sua partecipazione attiva, la formazione dei laici in tutte le fasce di età, la formazione pastorale delle persone diversamente abili. E, in questo contesto, «assumono una grande importanza gli oratori. Questa fase – ha rimarcato il vescovo – sarà caratterizzata da relazioni, incontri, dialoghi e dibattiti, il cui materiale sarà rielaborato e sintetizzato dai vari gruppi sinodali, fino a portare a un vero e proprio discernimento che, partendo dalle varie parrocchie, si concluderà nel documento dell’assemblea finale, in programma tra maggio e ottobre del 2024».
Il presule ha anche ricordato che nel corso dell’anno giubilare ci saranno due pellegrinaggi in Terra Santa «che fungeranno anche da esercizi spirituali per i sacerdoti, strutturati come via dell’incarnazione». Nel corso dell’incontro è emerso anche l’intento di dar vita a una “peregrinatio” delle reliquie di don Mottola in tutte le varie parrocchie delle cinque vicarie zonali della diocesi. «L’obiettivo – così come sottolineato in questo caso da don Sicari – è di far conoscere la figura e la spiritualità del santo sacerdote tropeano e di non farne solo un’occasione celebrativa, ma anche un momento forte di annuncio esperienziale che ancora oggi riesce a parlare al cuore delle persone». Al termine della conferenza stampa monsignor Nostro ha accompagnato i presenti nel vicino palazzo San Paolo, dove sta per nascere uno studio e una regia televisiva, «strumento che non ho intenzione di mettere a disposizione della diocesi in quanto istituzione, ma in quanto territorio, magari offrendo dei corsi di giornalismo, montaggio audio e regia che permettano a giovani di formarsi professionalmente».
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