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La storia di Vibo, le leggende e i suoi monumenti al centro delle passeggiate culturali

Il progetto portato avanti dalla docente e scrittrice Maria Concetta Preta focalizza l’attenzione sui siti d’interesse storico e archeologico, dalla zona di Sant’Aloe passando per i palazzi della zona antica della città, le chiese, le cripte della Chiesa di San Michele, il Castello con il suo Museo integrando notizie storiche con tradizioni, miti e curiosità

La storia di Vibo, le leggende e i suoi monumenti al centro delle passeggiate culturali

Far conoscere la città, i suoi luoghi simbolo, raccontarne la storia. Il ruolo dei centri urbani minori, come Vibo e dei suoi beni culturali evidenti e di quelli latenti nello sviluppo economico è il punto focale del format “Suggestioni d’antico”, ideato e realizzato dalla docente e scrittrice Maria Concetta Preta. L’insegnante, autrice di numerosi romanzi e saggi come “Il segreto della ninfa Scrimbia”, “Il sigillo della dea Pàndina” “L’ombra di Diana Recco”, “Nove come le Muse” e “Le donne sono isole”, promuove ciclicamente il progetto coinvolgendo giovani e adulti, residenti e non. La professoressa Preta da anni si occupa di beni culturali e divulgazione della città. La formula scelta è originale: integra notizie storico-artistiche con l’aneddotica, le curiosità, le tradizioni popolari, i miti e le leggende, come quelli della Ninfa Scrimbia, dei Sette Martiri di Monteleone e Diana Recco, i culti misterici e la dea Pàndina. La scrittrice recita brani tratti dai suoi romanzi: «Così- ci spiega – viene data un’immagine letteraria dei luoghi, cristallizzati in un’immagine di bellezza che mal si accorda alle condizioni attuali di Vibo, una città priva di memoria e di specifica cura per i suoi beni archeologici e artistici». L’appuntamento diventa anche un modo per porre l’accento sulle attuali condizioni del patrimonio culturale. L’itinerario, aperto a tutti, si snoda in un arco temporale di circa due ore. 

Il progetto

Le basi del progetto sono chiare: «I beni storico-artistici, che rappresentano l’ambiente costituito dall’uomo, sono una testimonianza non cancellabile della sua storia e delle sue tradizioni. La Calabria – spiega la docente Preta- dispone di un rilevante patrimonio artistico, storico ed archeologico, di grande valore culturale, capillarmente distribuito su tutto il territorio regionale, patrimonio ricco e significativo, che può costituire di conseguenza una importante risorsa economica che purtroppo risulta ancora sottoutilizzata. La tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale possono diventare un volano di sviluppo di primaria importanza e generare risorse dirette, indirette ed indotte». Le passeggiate in città e il racconto dei luoghi «immettono i partecipanti sull’asse dell’antichità di Monteleone di Calabria, nome di Vibo dal XIII secolo al 1928, che in età greca fu la colonia di Hipponion e sotto i Romani fu denominata prima Valentia (colonia latina nel 192 a.C.)  e poi Vibo Valentia (municipium romano dall’88 a.C.)».

L’itinerario

La scalinata della Cerasarella a Vibo
La scalinata della Cerasarella

La scrittrice e docente entra poi nei dettagli: «Il percorso di divulgazione privilegia il Parco archeologico (precisamente l’area della domus e delle thermae di S. Aloe e il battistero tardo-antico in Piazza San Leoluca), la Collegiata dei padri domenicani, la Chiesa di Santa Maria Maggiore (il Duomo) che ospita il superbo trittico di Antonello Gagini e le Porte del tempo di Niglia, su cui è incisa la millenaria storia della città. Quindi una sosta alla vecchia Fontana di Scrimbia, una visita all’esposizione di arte pubblica “Giardino del pensiero” (con un racconto sull’Orfismo e il Ratto di Kore) e alla sagrestia lignea di fra’ Diego da Monteleone, un gioiello dell’intaglio ligneo, ubicata nella Chiesa degli Angeli». La camminata culturale tocca anche la Chiesa del Rosario con la cappella De Sirica-Crispo, il chiostro del francescani riformati, la Chiesa di Santa Maria La Nova per una descrizione della quadreria (con opere della Scuola pittorica di Monteleone), la scalinata Cesarella e la Chiesa di Sant’Omobono (con la camera mortuaria), la Chiesa di San Michele con le cripte, quella del Gesù, la facciata barocca del collegio gesuitico, quindi tanti antichi edifici del centro storico, alcuni legati a personaggi della storia e letteratura, l’Arco Marzano con le epigrafi, Palazzo Santa Chiara, Palazzo Capialbi, la Chiesa dei Cappuccini, Villa Gagliardi, la Porta del Conte d’Apice, Largo terranova, La Chiesa del Carmine e il sanatorio carmelitano, e  ovviamente il Castello Normanno Svevo con il Museo Archeologico Capialbi.

I prossimi appuntamenti

L’itinerario scelto in vista delle Giornate europee del patrimonio coinvolgerà il complesso dei Cappuccini, Chiesa e Convento.  L’evento si terrà il 22 settembre settembre dalle 17,00 alle 19,00. La partecipazione è libera. In occasione della manifestazione culturale, prevista l’apertura straordinaria della chiesta sant’Omobono: «Adotteremo simbolicamente il monumento», anticipa la Preta. Saranno coinvolte le scuole.

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