Soriano Calabro: La Calata del Quadro miracoloso di San Domenico
Grande attesa per questa notte quando, all'interno del Convento, avverrà la Rievocazione dell'evento prodigioso che il 15 settembre del 1530 sconvolse la comunità e segnò l'inizio del celebre culto di San Domenico in Soriano nel mondo
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Il Convento di San Domenico in Soriano Calabro, per quasi tre secoli fu un faro di civiltà e un luogo di profonda spiritualità per la Calabria, per l’Italia, e in qualche modo per il resto del mondo cristiano. Tanto splendore e celebrità, per molti aspetti, li si attribuisce al prodigioso Quadro di San Domenico portato a Soriano, secondo la più accreditata tradizione, dalla stessa Madre di Dio il 15 settembre del 1530. Prima di raccontare la storia del maestoso Convento, doveroso è ricordare un Frate domenicano che dimostrò un grande amore per il santuario: Padre Antonino Barilaro, che si adoperò indefessamente a mettere in luce la gloria di questo luogo. Fine intellettuale dall’amabile penna e cultore di storia al quale si devono i principali documenti che hanno messo in luce ciò che in questo lembo di terra accadde.
L’origine del Convento di San Domenico
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Sulle origini del prestigioso Santuario dei padri domenicani, si tiene presente come riferimento la preziosa opera di P. Antonino Lembo O.P. “Croniche del Convento di San Domenico in Soriano”, stampata a Messina da Vincenzo D’Amico nel 1687. Secondo quanto riportato, nel mese di dicembre del 1510, 289° dalla morte di San Domenico, sotto il pontificato di Giulio II ed essendo Maestro Generale dell’Ordine Domenicano Fra Tommaso d’Aquino, nel Convento di Catanzaro, fondato nel 1401 dal Beato paolo da Mileto, avveniva un fatto prodigioso: Fra Vincenzo da Catanzaro, uomo pio e osservatissimo della vita regolare, una notte mentre riposava vide San Domenico che paternamente gli ordinava di portarsi senza indugio a Soriano Calabro per fondarvi un Convento dell’Ordine. Fra Vincenzo – si narra ancora – non prestò molta attenzione alla visione, finché non ve ne furono altre due. E fu proprio dopo la terza che capì di doversi recare nel luogo indicatogli da San Domenico, – Soriano, appunto – dove iniziare la fondazione della maestosa opera. Qui vi trovò le Autorità del popolo alle quali parlò delle visioni avute e, insieme, si adoperarono prontamente per la costruzione del Convento. Ultimata l’opera, da quel momento e sotto la guida di fra Vincenzo, a Soriano iniziò un processo culturale e spirituale degno di nota.
La Calata del Quadro miracoloso di San Domenico
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La Calata, proprio così è detta popolarmente l’apparizione dell’Immagine di San Domenico che si venera nel Santuario di Soriano Calabro. La storia: Erano ormai passati 20 anni da quando la piccola comunità dei Frati domenicani si era stabilita a Soriano. Tutto procedeva bene. I Frati vivevano nella semplicità e nella piena osservanza regolare con grande beneficio spirituale personale e dei fedeli. Al momento dell’evento che stiamo per raccontare, la comunità dei Frati era composta da Padre Domenico Galiano, Padre Stefano Natale, Padre Tommaso, Fra Lorenzo da Grotteria e Fra Natale Sorbilli. Ogni notte questa piccola comunità fedelissima si ritrovava in chiesa per la recita dell’Ufficio Divino, ora detto Liturgia delle Ore. Nulla di veramente straordinario fino al 15 settembre del 1530, quando, intorno alle 2:30 di quella notte avvenne un fatto che sconvolse la vita semplice e ordinaria di quei buoni Frati. Fra Lorenzo, entrando in chiesa, vide tre donne di aspetto maestoso e, colto dallo stupore anche dell’orario, si domandò subito cosa vi facessero e se fosse rimasta aperta qualche porta del Convento, in realtà chiusa. Una delle tre donne lo avvicinò e gli chiese: “Avete in questa chiesa qualche immagine di San Domenico?”. Fra Lorenzo, più confuso che mai, le rispose che non ve ne era alcuna al di fuori di quella dipinta e alquanto sbiadita su una parete. A quel punto la donna gli consegnò una tela e gli disse: “Prendete questa e portatela al Superiore e ditegli che l’esponga sull’altare”. Gli consegna quindi un involucro di tela e Fra Lorenzo corre dal Superiore. Le tre donne disparvero. Spiegando la tela, il Superiore e i Frati rimasero stupiti nel vedere l’immagine di San Domenico e si recarono in chiesa per parlare alle tre donne che nel frattempo erano scomparse. Il Superiore, tuttavia, troppo prudente, non espose la tela sull’altare come aveva richiesto la donna che l’aveva donata. La notte seguente, una delle tre donne che si presume fosse Santa Caterina Vergine e Martire di Alessandria d’Egitto, apparve a uno dei Frati e quasi rimproverandolo per aver esitato a esporre la tela in chiesa, gli disse che le tre donne erano: la Vergine Santissima, Santa Maria Maddalena e lei stessa, protettrici dell’Ordine domenicano. Dal superiore scomparve ogni dubbio ed espose l’Immagine sull’altare per la devozione dei fedeli. Documenti storici che attestino quanto avvenuto nella notte del 15 settembre del 1530 non ve ne sono. Tuttavia, nel 1610 quattro parroci: don Baldassare Greco, don Agostino Gamarò, don Ottavio Imeneo e don Fabio Lanza, riferirono con giuramento di aver più volte sentito raccontare il fatto dell’apparizione miracolosa del Quadro di San Domenico da padre Domenico Galiano. Essi deposero questa testimonianza nel processo canonico ordinato dal Superiore generale nel 1609. C’è di più. Don Natale Sorbilli che al tempo dell’avvenimento viveva con i Frati in Convento, testimoniò con precisione certosina ogni particolare. La testimonianza fu fatta davanti al notaio Andrea Raffaele e alla presenza del giudice Francesco Greco. Al di là della veridicità storica dell’avvenimento di quel lontano 15 settembre del 1530, va sottolineata la grande devozione e venerazione all’Immagine Sacra, che ebbe da quel momento e, alla quale, innumeroveli tra religiosi, sorianesi e pellegrini da ogni parte del mondo, associano prodigi e miracoli.
Il culto della celeste Immagine
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Dal 15 settembre del 1530, il culto di san Domenico in Soriano andò via via sempre più crescendo per quasi tre secoli. Ogni Convento o chiesa dell’Ordine Domenicano nel mondo aveva la riproduzione della tela custodita a Soriano. Molte chiese, soprattutto in Italia, erano intitolate a San Domenico in Soriano e alcune lo sono tuttora. Nell’America Meridionale addirittura il primo centro dell’Uruguay, abitato da europei, porta il nome di San Domenico in Soriano. Il Regno di Napoli, per gli innumerevoli prodigi e favori celesti, proclamò San Domenico in Soriano suo speciale Patrono. Nel 1640 il Papa Urbano VIII confermò questa proclamazione. Mentre il 18 dicembre 1654 il Papa Innocenzo X stabiliva che la festa principale di San Domenico venisse celebrata in tutto il napoletano come festa di precetto, e tutto per i prodigi di San Domenico in Soriano.
Olio della Lampada
Particolare attenzione merita la devozione dell’Olio della Lampada che arde continuamente dinnanzi all’Immagine miracolosa. Essa fu sempre un mezzo efficacissimo di cui si servì il Santo Patriarca Domenico per effondere tesori di grazie sopra i suoi devoti. Portato in ogni tempo e un pò dappertutto in piccole ampolle o inzuppato in batuffoletti di cotone, quest’Olio operò straordinarie guarigioni. In particolare, i celebri Bollandisti riferiscono, tra gli altri, di due miracoli operati in Belgio e approvati con processo canonico dai Vescovi del luogo. Il primo avvenne in Anversa il 23 dicembre 1632 in persona di Caterina Praet, affetta da paralisi infantile; il secondo si verificò nella stessa città ma nel 1634. Caterina Van der Vaert guarì improvvisamente da un raro cancro. Ma sono molti altri i prodigi attribuiti al Santo e raccolti in un volume ben scritto che si può reperire all’interno del Santuario di San Domenico di Soriano dove questa notte, proprio nella chiesa del Convento, accolti dalla comunità dei domenicani e dalla Confraternita del Santissimo Rosario, la comunità e tanti pellegrini assisteranno alla Rievocazione della Calata del Quadro miracoloso di San Domenico.
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