L’attrice di origini vibonesi Vittoria Belvedere: «Da piccola ho capito cosa è il razzismo»
In una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, l’attrice racconta gli episodi della sua vita: i momenti difficili della sua infanzia, i tentativi di emarginazione e la scalata al successo
«Avrò avuto sette o otto anni quando ho subìto vero e proprio razzismo perché ero meridionale: una calabrese emigrata in Brianza». Inizia così l’intervista rilasciata al quotidiano milanese, Corriere della sera, da Vittoria Belvedere. Nata a Vibo Valentia, aveva nove mesi quando i genitori (papà di San Costantino di Briatico e mamma di Vibo Marina) decidono di fare le valigie e trasferirsi al nord, precisamente a Vimercate. «Nel palazzo dove abitavamo- racconta l’attrice- c’erano tutte famiglie brianzole e, se in cortile giocavo con gli altri bambini, le mamme li portavano via dicendo: non giocare con lei, è una terrona. D’altronde già il mio nome era un marchio di meridionalità e poi mio fratello si chiamava Santino, mio padre Giuseppe e mia madre Maria… A volte mi vergognavo, ma in verità non ho poi sofferto tanto, in fondo non mi sono mai sentita messa in un angolo. Certo non sono cose che fanno piacere, ma prima di tutto avevo una famiglia solida alle spalle che mi proteggeva e inoltre avevo un’amichetta con cui giocavo senza problemi. Mi è capitato più volte di sentirmi una terrona calabrese e, col passare degli anni, ho vissuto come tanti altri ragazzi, episodi di bullismo, ma non mi sono mai permessa di rinnegare le mie origini, anzi ne vado orgogliosa».
Poi Vittoria racconta l’inizio della sua scalata al successo, che la porterà a diventare una delle attrici più richieste nelle fiction televisive in particolare. A tredici anni inizia la carriera di modella fino a quando, all’età di diciotto anni, incontra Paola Petri su un set fotografico ed è proprio la vedova del regista Elio Petri che la spinge ad iniziare una carriera cinematografica e televisiva. L’attrice racconta, infine, anche un aneddoto curioso: «Quando ho presentato, insieme a Pippo Baudo, il Festival di Sanremo, una troupe della Rai era andata nel paese originario di mio padre, San Costantino di Briatico, vicino a Vibo Valentia, per intervistare i miei nonni, ovviamente stupiti e che, siccome parlavano solo in dialetto calabrese, venivano tradotti in italiano dalle mie cugine».
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