giovedì,Novembre 28 2024

Vibo Valentia tra i capoluoghi di provincia italiani dove si lavora peggio

La classifica è realizzata dalla Fondazione Aidp in collaborazione con Isfort e si basa su molteplici fattori qualitativi di carattere territoriale e sociale

Vibo Valentia tra i capoluoghi di provincia italiani dove si lavora peggio
Vibo Valentia
Corso Vittorio Emanuele III a Vibo

La Fondazione Aidp (Associazione Italiana per la Direzione del Personale), in collaborazione con l’l’istituto di ricerca romano Isfort ha redatto un rapporto dedicato a “Le migliori Città del Lavoro in Italia”. La classifica è stilata sui 110 capoluoghi di provincia italiani. I dati snocciolati illustrano un report per fasce delle città-province, stilato sulla base di molteplici fattori qualitativi di carattere territoriale, sociale e di condizione generale in cui il lavoro è inserito. La città capoluogo di provincia che risulta fanalino di coda è Vibo Valentia e nella stessa posizione (punto più, punto meno) sono indicati anche gli altri capoluoghi di provincia della regione Calabria. “Lo scopo dell’indagine – spiega la Fondazione – è costruire un indicatore periodico della qualità del lavoro nelle nostre città che favorisca, da un lato la visibilità delle migliori esperienze e, dall’altro, serva da sprone e da leva qualitativa per i contesti territoriali che evidenziano aree di miglioramento”. Per l’indagine sono stati valutati “i livelli retributivi, l’offerta di prospettive professionali, la reputazione aziendale e la qualità degli ambienti lavorativi, delle mansioni da svolgere, i sistemi di welfare territoriale, la dinamicità del mercato del lavoro”, attraverso i seguenti parametri: i fondamentali economici (livello dei redditi e costo della vita); servizi di cittadinanza (sociale e sanità, offerta formativa, trasporti e accessibilità); cultura e tempo libero (offerta culturale e tempo libero); sicurezza (incidentalità stradale, criminalità, sicurezza sul lavoro, sicurezza sul territorio); vivibilità ambientale (inquinamento, produzione rifiuti, verde pubblico, condizioni climatiche); inclusione, diritti e pari opportunità (qualità della vita delle donne, qualità della vita dei bambini, qualità della vita dei giovani, qualità della vita degli anziani); futuro e innovazione (demografia, impresa, digitalizzazione). 

La classifica completa: tutti i capoluoghi divisi per fascia

Veduta di Vibo Valentia

Le 40 città nella fascia verde: Ancona, Belluno, Bergamo, Bologna, Bolzano, Brescia, Cagliari, Cremona, Firenze, Forlì, Genova, Gorizia, Lecco, Lodi, Lucca, Macerata, Mantova, Modena, Monza, Novara, Padova, Parma, Pavia, Piacenza, Pisa, Pordenone, Prato, Ravenna, Roma, Siena, Sondrio, Trento, Treviso, Trieste, Udine, Venezia, Verbania, Vicenza, Milano e Torino. Le 40 città nella fascia gialla: Alessandria, Aosta, Arezzo, Ascoli Piceno, Asti, Bari, Biella, Carbonia, Cesena, Como, Cuneo, Fermo, Ferrara, Grosseto, Imperia, L’Aquila, La Spezia, Latina, Lecce, Livorno, Massa, Matera, Nuoro, Oristano, Perugia, Pesaro, Pescara, Potenza, Reggio Emilia, Rieti, Rimini, Rovigo, Sassari, Savona, Teramo, Terni, Varese, Vercelli, Verona e Viterbo. Le 30 città della fascia rossa: Agrigento, Andria, Avellino, Barletta, Benevento, Brindisi, Caltanissetta, Campobasso, Caserta, Catania, Catanzaro, Chieti, Cosenza, Crotone, Enna, Foggia, Frosinone, Isernia, Messina, Napoli, Palermo, Pistoia, Ragusa, Reggio Calabria, Salerno, Siracusa, Taranto, Trani, Trapani e Vibo Valentia. Grande attenzione merita quest’ultima fascia alla quale sono relegate le città con i punteggi più bassi. Tra queste si scorge immediatamente un elemento in comune: sono quasi tutte del Sud. Inoltre, il dato più sconfortante è che figurano tutti i capoluoghi di provincia della Calabria in fondo alla classifica.

Il commento della presidente della Fondazione Aidp

“La ricerca – spiega Isabella Covili Faggioli, presidente della Fondazione Aidp – si è posta l’obiettivo dì esplorare il tema delle aree territoriali dove si lavora meglio intendendo con questa espressione la valutazione dei fattori interni ed esterni alla condizione lavorativa, analizzando il lavoro come parte integrante della vita. Questi fattori influiscono innegabilmente sulle scelte localizzative dì occupazione e professione. Ma l’obiettivo è che la classifica si muova e che le città che hanno spazi di miglioramento lavorino con questo scopo in modo da poter vedere e auspicare, poi, risultati differenti e di soddisfazione per molti. Tra i fattori che influiscono sulle scelte localizzative di occupazione, quelli intrinseci dì qualità del posto dì lavoro, ci sono ii livelli retributivi, l’offerta dì prospettive professionali, la reputazione azienda e la qualità degli ambienti lavorativi, delle mansioni da svolgere, i sistemi di welfare territoriale, la dinamicità del mercato del lavoro, una sorta di urbanistica del lavoro e così via. Il lavoro si incunea in modo prepotente nella vita e ne è sempre dì più parte. Abbiamo quindi voluto capire come tutte le componenti esogene vanno a contribuire sulla qualità del lavoro, facendolo diventare un bel lavoro e non solo un buon lavoro”.

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