San Calogero, quarantadue anni fa il miracolo di Maria Maccarone
Il 7 agosto del 1981 la donna guarisce improvvisamente e inspiegabilmente da una poliartrite reumatoide deformante progressiva, alzandosi dal letto e iniziando a camminare
di Marco Galati
È il 7 agosto del 1981 di un placido pomeriggio sancalogerese, Maria Maccarone nel giorno del suo cinquantesimo compleanno guarisce improvvisamente e inspiegabilmente da una poliartrite reumatoide deformante progressiva, alzandosi dal letto e iniziando a camminare. Ciò accade dopo aver passato gli ultimi 14 anni della sua difficile esistenza a letto, paralizzata dalla testa in giù. Una malattia sopportata dalla donna, madre di tre bambini, con “cristiana rassegnazione e lunghe sofferenze fisiche e morali”, senza che queste minassero mai “la sua fede profonda e la fiducia nell’aiuto divino”. Alla donna, i medici campani che l’avevano in cura avevano dato anche poche speranze di vita. Quel giorno allo scoccare delle 17,55 il “cielo scese sulla Terra” e il divino si manifestò nell’umile casa di via Campanella guarendo Maria dalla patologia che l’aveva inchiodata in un letto per tanti anni. “Avvertii una mano leggera che mi praticava dei massaggi alle gambe e alla schiena – racconterà in seguito la donna – e dopo qualche istante avvertii dolori fortissimi come degli spilli che mi pungevano le carni. Questo si ripeté per tre volte finché chiesi di alzarmi. Ho alzato le coperte, sono scesa dal letto da sola mi sono portata vicino all’immagine della Beata e l’ho baciata, erano le 17,55. Da allora ho camminato per due ore da sola lungo il corridoio continuando a pregare con le suore”. Le cronache dell’epoca raccontano che il marito di Maria, Antonio Scuteri, da sempre scettico sulla forza della preghiera, rientrato a casa dalla campagna, vedendola in piedi, sorretta dalle suore dorotee, svenne per l’emozione. Nei giorni precedenti lo stesso congiunto era rimasto sorpreso per l’insolita richiesta che gli aveva rivolto la moglie sull’acquisto di un paio di pantofole numero 38 a lei destinate. Un capo apparentemente inutile per una persona che non camminava. La signora Maria rivelerà in seguito che Santa Paola le era apparsa in sogno preannunciandole la guarigione e chiedendole, oltre alle consuete preghiere, di farsi trovare pronta per il miracolo facendosi acquistare dei capi da indossare per l’occasione, le pantofole appunto, una gonna e una camicetta di colore nero in segno di lutto per la recente morte del padre. Insieme ai vestiti la santa le chiese di procurarsi anche del borotalco per farsi massaggiare le gambe prima del miracolo. La guarigione della signora Maria due anni più tardi venne ufficialmente riconosciuta dalla chiesa come “scientificamente inspiegabile, istantanea, perfetta e duratura” e con un “diretto nesso di causa ed effetto tra il fatto scientificamente inspiegabile e la richiesta dell’intercessione”. Il riconoscimento della chiesa fu propedeutico all’avvio della canonizzazione della Beata Paola. L’undici marzo 1984, a 54 anni di distanza dalla solenne beatificazione, il Santo Padre Giovanni Paolo II proclama la beata Paola Frassinetti finalmente santa. Dall’esperienza di fede di Maria Maccarone è nata a San Calogero l’Associazione Santa Paola Frassinetti “Beati i puri di cuore”, che tra le altre cose si è adoperata, con il prezioso contributo dei fedeli, per la costruzione in località Torretta di una chiesetta dedicata alla santa.