domenica,Dicembre 1 2024

Tropea, la denuncia di un’automobilista: «Multe con l’inganno prima dello scadere della sosta»

La denuncia di una donna in regolare sosta a pagamento ma con il vigile pronto a elevare la contravvenzione cinque minuti prima della scadenza del tagliando. Parcheggi liberi fortemente ridotti nella "Perla del Tirreno"

Tropea, la denuncia di un’automobilista: «Multe con l’inganno prima dello scadere della sosta»
Foto di repertorio

«Esattamente cinque minuti prima che scadesse il tagliando di sosta a pagamento della mia auto, un vigile urbano di Tropea stava già prendendo i dati del mio veicolo per lasciare la multa sul parabrezza». Sembra assurdo, ma la denuncia alla nostra testata di un’automobilista del luogo (che abbiamo naturalmente incontrato fornendoci riscontri oggettivi e documentali a quanto denunciato) fotografa una situazione realmente accaduta. «Mi ero recata per accompagnare una mia parente per una visita – aggiunge la donna – ed avevo preventivato una sosta di due ore. Così ho pagato ben quattro euro di parcheggio, ho lasciato esposto ben in vista il tagliando sul cruscotto della mia auto e mi sono allontanata. Ben sapendo l’orario segnato sul ticket, mi sono avviata per tempo ma non mi sarei mai aspettata di trovare in anticipo un vigile con tanto di blocchetto delle multe già in mano accanto al mio veicolo e pronto a scrivere. Immediatamente ho richiamato la sua attenzione, sottolineando che allo scadere della sosta mancavano ancora esattamente cinque minuti e che se avesse comunque emesso la multa, lo avrei immediatamente registrato col telefono per andare a denunciare il fatto». Strisce blu croce (per gli automobilisti) e delizia (per le casse comunali) nella “Perla del Tirreno”, dunque. «I parcheggi liberi come per magia sono spariti a Tropea – continua la malcapitata – e su questo nessuno controlla, in più siamo costretti a pagare a peso d’oro ogni volta la sosta. Questo, a mio modesto parere, non è un modo lungimirante di creare benessere, vivibilità, servizi. Anzi, sottolinea solo il fatto che chiunque è buono per far cassa. Specie se poi a far tintinnare la saccoccia del Comune sono multe emesse con l’inganno da parte di chi, invece, dovrebbe per primo rispettare le regole».

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