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Emergenza acqua, Centro studi “Progetto Vibo”: «Manca una cosciente programmazione»

L’analisi del presidente Romeo: «Regimentare le acque meteoriche consentirebbe di prevenire gli effetti dei fenomeni alluvionali e anche di costituire nuovi invasi»

Emergenza acqua, Centro studi “Progetto Vibo”: «Manca una cosciente programmazione»
Una panoramica di Vibo Valentia

Tra le elaborazioni che hanno distinto il lavoro del Centro studi “Progetto Vibo Valentia” c’è quello del rapporto tra le criticità della città, le soluzioni strategiche e l’individuazione dei fondi occorrenti. In questa prospettiva di “programmazione” s’inserisce l’annoso problema dell’approvvigionamento idrico e dell’acqua potabile a Vibo Valentia. Riportiamo la riflessione del presidente del sodalizio, Enzo Romeo.

«Nomi di città. Rammentate il gioco che si faceva una volta tra ragazzi? Nomi, cose, animali, città…? Tenete per un momento a mente questa premessa. Nel frattempo, le proteste non si contano più: la “questione” dell’acqua nella nostra Vibo Valentia rimane uno dei punti fermi che animano un sentimento di profonda esecrazione. Il tema è annoso e risale a problemi atavici. Eppure, mai come negli ultimissimi anni è apparso in tutta la sua drammaticità, con emergenze continue che si sommano a quest’ennesima estiva. Dunque, non è una prima volta. Perchè non affrontarlo alla radice? S’intenda bene questo concetto: nessuna città può definirsi tale, realmente tale, se manca nell’assolvere ai requisiti essenziali nell’erogazione di servizi ineludibili. Primo requisito? L’acqua!

Può Vibo Valentia dirsi città se i suoi cittadini non possono godere di questo indispensabile servizio? Ecco: nel famoso gioco di ragazzi, tra le città con la “V”, la nostra verrebbe esclusa con ragionevole motivazione. La questione è seria. Avrebbe dovuto spingere l’amministrazione verso atti di programmazione cogenti. Diretti verso: il potenziamento degli invasi principali e la realizzazione di nuovi punti accumulo strategici; il raddoppio e la messa in sicurezza della condotta principale di accumulo e delle reti primarie di distribuzione; il rifacimento della rete idrica inter-cittadina ormai irrimediabilmente consunta e permeabile alle acque nere; il puntare decisamente verso la “reale potabilità” dell’acqua.

Il Comune di Vibo Valentia

I fondi? Eccoli:

[…] 3 ottobre 2022 – Ammontano a 3,9 miliardi di euro gli investimenti nelle infrastrutture idriche definiti nel corso degli ultimi 19 mesi, di cui 2,9 miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), finalizzati a potenziare e migliorare l’efficienza del sistema idrico nazionale e fare fronte agli effetti della crisi climatica. Il 60% dei fondi complessivamente ripartiti, pari a circa 2,3 miliardi di euro, è destinato alle regioni del Mezzogiorno. In particolare, con riferimento ai fondi Pnrr, circa due miliardi di euro sono destinati a finanziare progetti per le infrastrutture idriche primarie. Il 44% degli interventi riguarda il potenziamento delle infrastrutture (991 milioni), il 41% l’adeguamento delle infrastrutture esistenti (779 milioni), il 10% l’adeguamento sismico e la messa in sicurezza delle infrastrutture (121 milioni), mentre il restante 5% prevede la realizzazione o il potenziamento del volume degli invasi (108 milioni). Il 38,4% delle risorse è destinato a progetti per l’utilizzo potabile della risorsa idrica, con la realizzazione di 1.282 km di infrastrutture, di cui 975 per nuove condotte. Il restante 61,6% è destinato all’utilizzo irriguo o misto, con un’incidenza sulle superfici irrigue interessate pari a circa il 15% del totale nazionale. Ulteriori 900 milioni sono destinati a progetti per il potenziamento della rete di distribuzione idrica, con l’obiettivo di ridurre le perdite e aumentarne l’efficienza. […] Brano tratto dal Rapporto del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili intitolato: “Gli investimenti e le riforme Pnrr per le infrastrutture idriche”.

Quale migliore sintesi dei numeri per indicare la soluzione amministrativa più idonea? Eppure, la nostra città permane impantanata in emergenze continue e irrisolte. La ragione? Manca una cosciente programmazione basata sul quadro reale della situazione e la conseguente ricerca di concrete soluzioni, direi “soluzioni radicali”. Tra l’altro, pensandolo in modo intelligente e proficuo, il tema dell’approvvigionamento idrico verrebbe a coincidere anche con la messa in sicurezza dei “valloni” che dalla città scoscendono verso i quartieri cresciuti in basso, fino alle zone di Vibo Marina, Porto Salvo e Triparni, senza dimenticare le “Vene” Superiore e Inferiore. Regimentare le acque meteoriche, infatti, consentirebbe non solo di prevenire gli effetti dei fenomeni alluvionali dei quali purtroppo conserviamo memoria, ma permetterebbe anche di costituire nuovi invasi alimentati dalle acque piovane rese così fruibili nei periodi di siccità. Se Vibo Valentia appare, da questo punto vista, ben lontana dall’essere “nome di città”, beh, nessuna rassegnazione: può tornare a esserlo, esserlo in modo persino migliore del migliore, lontano passato.

Reminiscenze scolastiche mi fanno sovvenire i versi immortali del sommo Petrarca che si possono così parafrasare: “Chiare fresche e dolci acque/ove le belle membra/pose colei che solo a me par città”.

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