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Vibo, acqua non potabile: Consiglio comunale straordinario e accesso agli atti

Il referente provinciale del Codacons, Claudio Cricenti: "Non è sufficiente distribuire l'acqua ma va capita la causa del problema assicurando una fonte di approvvigionamento alternativa con la pulizia e la riapertura dei pozzi"

Vibo, acqua non potabile: Consiglio comunale straordinario e accesso agli atti
Claudio Cricenti, Codacons

L’emergenza idrica che da quasi due settimane ormai sta interessando alcune aree della città capoluogo, e che ha indotto il Comune di Vibo ad emanare un’ordinanza per il divieto di utilizzo dell’acqua a scopi potabili e per il consumo umano, sta provocando il malcontento di molti, tra cittadini e associazioni, che annunciano azioni di verifica o richieste di interventi alla Prefettura. Tra questi anche il Codacons che annuncia una richiesta di accesso agli atti: “Il Codacons presenterà una istanza al Comune perchè non è sufficiente distribuire l’acqua ma va capita la causa del problema e bisogna assicurare ciò che il Codacons chiede da tempo, ovvero una fonte di approvvigionamento alternativa e la pulizia e riapertura dei pozzi. Le ragioni economiche che tempo addietro vennero esposte dall’ente comunale quando venne aperto un tavolo tecnico prefettizio proprio su istanza del Codacons – spiega il referente provinciale Claudio Cricenti – e alla presenza dell’allora Prefetto Di Bari, non possono valere. Il cittadino ha diritto ad una fornitura del servizio idrico destinato al consumo umano”. Il Codacons, oltre a una espressa istanza ad assicurare continuità al servizio, fa sapere che presenterà anche “una richiesta di accesso agli atti per conoscere gli atti fino ad ora adottati per far fronte al problema, per individuare le cause e soprattutto per garantire la salute dei cittadini. Non è solo il consumo dell’acqua il problema, ma connesso al problema salute vi è quello dei controlli sull’uso dell’acqua per la preparazione di alimenti e bevande, sia ad uso domestico che commerciale”.

La causa del divieto emanato dal sindaco Limardo è dovuto alla presenza di batteri coliformi ed escherichia coli emersi all’esito delle analisi di laboratorio dei campioni di acqua potabile. “Ad oggi un cittadino ha timore di bere un caffè in un bar, così come un anziano non può lavarsi o cucinare da solo. Insomma, – ha affermato Cricenti – i disagi e i problemi quotidiani sono innumerevoli. Non è un puntare il dito contro qualcuno, ma un monito più generale ma al tempo stesso forte che il Codacons muove. Il problema della qualità delle acque destinate al consumo umano non è di oggi ma risale nel tempo e vi era stata un’inchiesta anche della locale Procura che purtroppo – il riferimento è al processo Acqua sporca – non ha permesso di fare chiarezza. Certo è che il cittadino deve bere ed utilizzare acqua potabile e bere e mangiare prodotti realizzati con acqua con parametri conformi alla legge. Non secondarie – seppur non gravi ed urgenti come quelle connesse alla tutela della salute – sono le ricadute anche economiche per cui il Codacons chiederà anche un tavolo tecnico perchè nella bolletta il canone dovrà essere rideterminato in relazione al mancato servizio e al disagio arrecati”, ha concluso il referente provinciale Claudio Cricenti. Il serio problema che sta fronteggiando buona parte della popolazione di Vibo, sembra, tuttavia, non essere meritevole di interventi politici da più fronti. Il silenzio di alcuni esponenti politici fa pensare e, soprattutto, indignare i cittadini oramai stanchi e sfiduciati. Frattanto, un gruppo di consiglieri comunali ha chiesto un Consiglio comunale straordinario con all’ordine del giorno l’Emergenza idrica.

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