Vibo Marina, 80 anni dal bombardamento: la memoria come auspicio di pace
Secondo il bollettino ufficiale, si contarono undici vittime, ma le testimonianze del tempo riferirono che i morti furono molti di più. La
Pro Loco onorerà la ricorrenza
Alle 17.55 del 12 aprile 1943, una formazione di bombardieri inglesi, decollati probabilmente dalla base Raf di Malta, giunsero sull’obiettivo assegnato: il porto e la stazione ferroviaria di Vibo Marina. Lo scopo della missione era quello di interrompere i collegamenti con la Sicilia, verso la quale i comandi militari italo- tedeschi stavano facendo affluire truppe e materiali in previsione di un quasi certo sbarco anglo-americano che sarebbe poi avvenuto il 10 luglio 1943 (operazione Usky). Dalla stazione di Vibo Marina, in quel periodo, arrivarono a passare, diretti in Sicilia, 95 convogli al giorno. Non fu, come si direbbe nel linguaggio militare di oggi, un “bombardamento chirurgico”, limitato ai soli obiettivi militari, ma fu un vero a proprio bombardamento a tappeto. Il piccolo centro abitato non venne risparmiato: gli aerei sganciarono anche su di esso il loro carico di morte e distruzione e molte furono le vittime fra la popolazione civile. Alla fine del raid aereo, oltre ai tanti feriti, secondo le poche righe del bollettino ufficiale diramato dal Ministero della Guerra, che probabilmente ridimensionò le perdite, si contarono dieci morti, quasi tutti bambini. Le bombe, infatti, colpirono anche un asilo e sette bambini rimasero sepolti sotto le macerie, insieme alla loro maestra. Per un soffio si evitò una strage di dimensioni ancora maggiori: la vicina scuola elementare “Presterà,” poche ore prima dell’incursione, era piena di scolari. [Continua in basso]
Ma, secondo varie testimonianze del tempo, i morti furono molti di più; a perdere la vita in quel
tragico pomeriggio di ottanta anni fa furono anche diverse decine di militari che presidiavano la stazione e
la linea ferroviaria. Come ogni anno in occasione della ricorrenza, la Pro Loco ha organizzato una sobria cerimonia in ricordo delle vittime mediante la deposizione di fiori, da parte dei ragazzi dell’istituto “Vespucci”, sulla targa che riporta i nomi delle vittime, posta sul muro esterno della storica scuola elementare “Presterà”, chiusa ormai da diversi anni per inagibilità.
Recentemente l’o.n.g. “Save the children” ha denunciato che ventidue scuole vengono in media attaccate
ogni giorno in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa. La guerra ci sembra sempre lontana, sia nello spazio
che nel tempo. La guerra raccontata dai più anziani, quella vista al cinema o trasmessa dai tg, che uccide a
migliaia di chilometri da casa nostra. Ma c’è stato un tempo, nemmeno tanto lontano, in cui la guerra,
anche da noi, si è presentata nella sua forma più efferata, con bombardamenti su obiettivi civili che hanno causato la morte di vittime innocenti. Mantenere la memoria di questi episodi significa favorire momenti di riflessione per far comprendere la follia di tutte le guerre e rinnovare l’auspicio per una fine di tutti i conflitti. Ricordando che la Storia è maestra, anche se purtroppo ha pochi allievi.
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