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Insediamento rupestre di Zungri, dopo la pandemia cresce la riscoperta del territorio

Grotte, museo e centro storico ormai legati per una ricca offerta turistica che punta a coinvolgere attivamente anche i residenti

Insediamento rupestre di Zungri, dopo la pandemia cresce la riscoperta del territorio
Caterina Pietropaolo, direttrice del museo della civiltà rupestre e contadina di Zungri

L’evoluzione dell’insediamento degli Sbariati e del museo della civiltà rupestre e contadina di Zungri non conosce limiti. Anzi, proprio quando qualcosa d’importante va ad intaccare la società globale (vedi pandemia da Covid-19), realtà territoriali come quella zungrese vanno sempre più consolidandosi ed affermandosi nel settore turistico. A confermare tutto questo sono i numeri costantemente in crescita dei turisti e la testimonianza diretta di Caterina Pietropaolo, direttrice del museo. «Ci siamo accorti come, negli ultimi tempi, il turismo sia cambiato sempre di più, specie dopo il periodo buio della pandemia. Si ha voglia di riscoprire il territorio, le tradizioni, i cibi autentici frutto di antiche tradizioni. Si ha voglia di socializzare con gli abitanti dei luoghi visitati». [Continua in basso]

E così, gli abitanti si trasformano in attori protagonisti e dispensatori di racconti di vita vissuta, di storie del passato, delle antiche tradizioni e di ricette culinarie quasi ormai perse. «Grazie alla seconda edizione del concorso “I vecchi portoni raccontano”, in programma quest’estate – ha sottolineato la direttrice del museo – abbiamo l’obiettivo di trasformare il centro storico di Zungri in un museo a cielo aperto così da offrire uno spazio interamente dedicato agli artisti». Grotte, museo e centro storico semi-abbandonato diventano così un percorso di visita unico, un viaggio a ritroso nel tempo. «Specie per il centro storico – ha sottolineato la Pietropaolo – in cui è possibile ammirare decorazioni murali, la via dei proverbi e delle filastrocche, oltre agli scorci davvero caratteristici di strutture antiche sopravvissute a crolli e abbandono. Inoltre offriamo la possibilità di essere guidati da personale specializzato per la conoscenza del territorio e della sua biodiversità». Già, perché la realtà museale di Zungri non è un’istantanea ferma nel tempo ma una totale immersione in un passato che continua a solcare il sentiero del presente. Infatti, proprio i laboratori attivi, «ad esempio per la conoscenza delle erbe spontanee presenti in loco, sulle antiche lavorazioni di tessuti come il lino o la canapa o la ginestra» vanno a creare un solido legame con quanto esposto dentro al museo. Ed uno degli strumenti esposti più affascinante per il pubblico è l’antico telaio che si sta per restaurare e rimettere in funzione, così da poter mostrare la lavorazione delle fibre naturali. Ma il saggio percorso di promozione e crescita dell’insediamento rupestre e del museo, che nel tempo è riuscito a fare da traino per la comunità e le attività presenti, si basa soprattutto sul fare rete con tutto ciò che già esiste al di fuori di Zungri.

«Da anni lavoriamo con altre realtà museali del territorio sulla creazione di una rete museale vibonese per poter offrire ai visitatori dei percorsi alternativi, garantendo dei servizi mirati rivolti anche a quella fascia di visitatori che prediligono un turismo esperienziale, dinamico e non statico, non solo estivo ma anche invernale», ha sottolineato la direttrice. Quindi l’ampia offerta spazia sino ai percorsi di trekking itineranti in bici, che dalla costa giungono nell’entroterra fino al parco delle Serre. «Un ambizioso progetto che si può sviluppare soltanto con il supporto e la collaborazione di Provincia e Regione».

Un altro progetto in corso, di cui si è appena conclusa la prima parte, in collaborazione con il Centro alpino italiano, riguarda invece la rete dei Qanat, parte integrante del sito ma che fino a qualche mese fa era quasi totalmente sconosciuta. Attualmente sono in atto dei lavori di miglioramento della parte finale dell’insediamento rupestre e del viale d’accesso, nonché la messa in sicurezza di alcune parti del costone roccioso sovrastante. «Sono davvero tanti i progetti in cantiere – ha concluso la Pietropaolo – come la realizzazione di una guida in tre lingue che racchiuda gli aspetti storici, architettonici, naturalistici ed escursionistici del territorio comunale di Zungri».

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