Tropea, il capo della Squadra mobile di Vibo e Libera, incontrano gli studenti del Galluppi
Il dirigente della Polizia, Gianni Albano, ha tratteggiato un quadro della ‘ndrangheta vibonese all’indomani dell’operazione Olimpo, che ha riguardato tutta la Costa degli Dei ed ha avuto come epicentro proprio il comune costiero
Una delegazione della Polizia di Stato, unitamente a Libera Vibo ha preso parte a un incontro organizzato dagli studenti del liceo classico Galluppi di Tropea, per fare una disamina sulle criticità sociali derivanti dalla presenza della criminalità organizzata sul territorio. L’evento è stato contrassegnato dalla volontà di approfondire e conoscere in maniera attenta la provincia e le dinamiche che la animano. Il dottor Gianni Albano, capo della squadra mobile di Vibo Valentia, ha tratteggiato un quadro della ‘ndrangheta vibonese all’indomani dell’operazione Olimpo, che ha riguardato tutta la Costa degli Dei ed ha avuto come epicentro proprio la città di Tropea. [Continua in basso]
Il capo della Mobile, Albano, ha sottolineato “l’importanza della denuncia” per “liberare il nostro territorio”, spiegando che “spesso, nelle attività di indagini, si riscontra che le vittime di intimidazioni fanno genericamente denuncia contro ignoti senza fornire concretamente elementi utili per l’individuazione dei responsabili”. “Essendo stata l’operazione Olimpo molto vasta anche in termini di sequestri giudiziari mi sono soffermato a raccontare ai ragazzi la procedura che porta dal sequestro alla confisca definitiva dei beni e al loro riutilizzo sociale. In particolare – ha spiegato Giuseppe Borrello – ho evidenziato che i beni confiscati attraverso il loro riutilizzo a fini sociali da simbolo della violenza delle mafie diventano simbolo di legalità e giustizia. Sempre nell’ambito della ri-generazione, tema della settimana, ho sottolineato, facendo riferimento al progetto “Liberi di scegliere”, che per contrastare le mafie è necessario confiscare alla criminalità organizzata non solo i beni ma anche le vite per consentire ai giovani delle famiglie di ndrangheta di poter conoscere che l’alternativa esiste”. Dall’analisi alle prospettive con un focus sui beni confiscati e sul riutilizzo sociale degli stessi, curato da Giuseppe Borrello, referente provinciale di Libera Vibo, nell’istituto di Tropea i ragazzi hanno manifestato attenzione, domande, cuorisità, voglia di prendere parte e di mostrare il volto bello di una provincia e di una regione che resiste. Dalle dinamiche criminali, alle dinamiche di riscatto e ribellione di un popolo che ha gli anticorpi giusti per scrivere una storia diversa ma che deve avere la forza e il coraggio di far tesoro di una patrimonio storico di lotta che troppo spesso viene minimizzato e taciuto.
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