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Dal turismo accessibile alla mobilità in città, l’Unione ciechi: «A Vibo piccoli passi ma c’è tanto da fare»

I progetti di prevenzione pensati per il 2023, la formazione nelle scuole e l'analisi delle problematiche riscontrate dalle persone non vedenti o con disabilità. Il presidente Bartucca: «Piccoli segnali, aperture da parte delle istituzioni ma ciascuno può fare la propria parte. Pensiamo per esempio ai parcheggi selvaggi»

Dal turismo accessibile alla mobilità in città, l’Unione ciechi: «A Vibo piccoli passi ma c’è tanto da fare»

Sostenere, accogliere, includere. Sono i principi alla base dell’azione Uici, Unione italiana ciechi ed ipovedenti. Il sodalizio vanta a livello nazionale una tradizione ormai centenaria. A Vibo Valentia, la sezione provinciale è nata ufficialmente il primo ottobre del 1996. 27 anni dopo, raccoglie circa 300 iscritti a cui si collegano altrettanti nuclei familiari. Perché l’associazione non rappresenta solo un punto di riferimento per persone con disturbi visivi ma anche per le famiglie. Tante sono le iniziative che annualmente vengono messe in campo al fine di sensibilizzare la comunità sull’importanza della prevenzione e salute degli occhi. Ciclicamente vengono promossi screening e progetti in collaborazione con scuole e istituzioni. Sui nuovi progetti Uici ne abbiamo parlato con Giuseppe Bartucca, presidente. [Continua in basso]

I progetti in programma

Negli anni, la presenza dell’Unione si è sempre più radicata nel comprensorio vibonese. E il 2023, dopo il difficile periodo pandemico, rappresenta l’anno delle nuove sfide, della ripartenza: «Il 21 febbraio si celebra la giornata nazionale del braille. Noi abbiamo pensato di scegliere questa data per consegnare gli attestati di partecipazione alle persone che hanno svolto il corso braille. In totale i partecipanti sono stati 8. La consegna – spiega il presidente Uici – verrà effettuata ad opera dei bambini e ragazzi non vedenti. La manifestazione è significativa – aggiunge – perché è importante accendere i riflettori sulla necessità di implementare le competenze braille nel settore scolastico. Gli istituti e i docenti, se preparati, riescono a contribuire con maggiore incisività nel processo di crescita degli studenti affetti da patologie visive».

La formazione

Sul fronte della formazione, l’8 marzo la sezione provinciale terrà un corso di formazione per i docenti della scuola alberghiera di Vibo: «La richiesta è partita dall’Istituto stesso e ne siamo felici. L’appuntamento prevede la presenza dei rappresentanti del Centro di consulenza tiflodidattica di Reggio Calabria».

Spazio poi alla prevenzione: «Il 14 marzo, in occasione della Settimana del glaucoma ospiteremo screening oculistici presso la nostra sede (via San Giovanni Bosco, 13). La mattinata sarà dedicata all’informazione, grazie ai ragazzi del servizio civile verranno distribuiti volantini alla cittadinanza con lo scopo di diffondere dettagli concernenti la patologia, sintomi e trattamenti. Nel pomeriggio invece si terranno le visite, a partire dalle 15.30». Ci sarà anche un approfondimento dedicato al turismo oltre ogni forma di disabilità: «Il primo aprile, presso la Casa della cultura di Pizzo, parleremo con i rappresentanti delle associazioni di albergatori e operatori turistici dell’importanza di garantire locali e strutture prive di barriere architettoniche. Ci sarà occasione di offrire spunti concreti. Grazie alla presenza di esperti – evidenzia Bartucca-  verranno fornite indicazioni per accedere a contributi pubblici destinati a migliorare l’offerta turistica anche sotto il profilo dell’accessibilità». Il 22 aprile 2023 sarà invece la volta dell’assemblea annuale dei soci. Tra i progetti ancora non calendarizzati, invece, l’Uici lavora «per riproporre il campo estivo riabilitativo, attività a favore dei ciechi pluriminorati, proposizione di gite fuoriporta». Tutte iniziative che hanno subito uno stallo anche a causa dell’emergenza Covid.

Vibo e le politiche a favore dei fragili

Seppur lentamente, si registra una maggiore sensibilità da parte dei territori ai temi della disabilità, dell’inclusione, dell’importanza di abbattere le barriere architettoniche: «Vibo è una città completamente accessibile al non vedente? Non ancora. Qualcosa è stato fatto e rispetto al passato c’è un miglioramento ma anche un maggiore confronto con le istituzioni. Per esempio, c’è un percorso tattilo plantare ma al contempo resta la piaga del parcheggio selvaggio. Non è facile per una persona affetta da disturbi visivi o un disabile in carrozzina riuscire a muoversi in città. Anche le soste destinate a persone con disabilità troppo spesso vengono occupate arbitrariamente. Molto dunque resta da fare. Ma non solo per le istituzioni, anche per i cittadini. Ciascuno, nel proprio piccolo, può fare la propria parte». Sul futuro del sodalizio, il presidente Uici non ha dubbi: «Ci piacerebbe crescere ancora di più, raccogliere l’adesione di più soci. In molti disconoscono questa realtà che in tanti casi riesce a dare supporto alle famiglie. Pensiamo al disbrigo di pratiche oppure accompagnamento al lavoro o semplicemente attività di ascolto e compagnia. Sarebbe importante che l’Uici raggiungesse una platea ancora più vasta, magari anche attraverso il passaparola con i medici di famiglia. In un contesto territoriale come quello vibonese, contare su una associazione con una storia lunga e consolidata, può davvero dare una grande mano di aiuto per vivere la propria malattia con maggiore serenità».

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