giovedì,Novembre 28 2024

Mammasantissima, l’avvocato Staiano si difende: «Le indagini non mi spaventano, mi avviliscono» – Video

Nella lunga intervista concessa dall’avvocato a Pietro Comito, andata in onda nella seconda puntata del format di Lac Tv Mammasantissima – processo alla ‘ndrangheta, il noto penalista di Catanzaro discute delle accuse che ha dovuto affrontare negli ultimi anni

Mammasantissima, l’avvocato Staiano si difende: «Le indagini non mi spaventano, mi avviliscono» – Video
L'avvocato Salvatore Staiano

di F. A.

In mezzo alla tempesta giudiziaria a testa alta, ma con una paura che gli pesa nel petto: «Non mi spaventano le indagini, mi avviliscono, ma ho il terrore di essere ucciso». Nella lunga intervista concessa dall’avvocato Salvatore Staiano a Pietro Comito, andata in onda nella  seconda puntata del format di LaC Mammasantissima – processo alla ‘ndrangheta, il noto penalista di Catanzaro discute delle accuse che ha dovuto affrontare negli ultimi anni, uscendone indenne, delle maldicenze (anche di suoi colleghi) con le quali si è dovuto confrontare, delle indagini dell’antimafia contro le quali si è dovuto difendere.

L’intervista si concentra sulle accuse di corruzione che negli ultimi anni gli sono state mosse dal pentito Andrea Mantella e anche dall’ex giudice di Catanzaro Marco Petrini, poi ritrattate, fino in carcere per corruzione. Una vicenda, quest’ultima, sulla quale Staiano sembra nutrire forti sospetti: «Ci sono poteri assolutamente incontrollabili dietro Petrini». [Continua in basso]

«Petrini? C’è qualcosa di strano in quello che è accaduto»

«Petrini – afferma Staiano all’inizio dell’intervista – era un buon magistrato, era un uomo intelligente ma c’è qualcosa di strano in quello che è accaduto». È un argomento, quello della stranezza della vicenda Petrini, che l’avvocato ripeterà a più riprese lungo la mezz’ora del botta e risposta con Pietro Comito. «Avevamo un rapporto di reciproca stima e di grande cordialità con Petrini – aggiunge Staiano – tanto è vero che l’ho voluto in alcuni convegni e non mi pento. Non eravamo, però, amici e non ci siamo mai dati del tu».

Agli atti delle indagini su Staiano, gli inquirenti annotarono una sfuriata del penalista all’interno dell’ufficio di Petrini, dove l’avvocato si lamentava col magistrato delle continue indagini alle quali era sottoposto da anni. «Il primo aprile del 2018 o 2019 – spiega Staiano – mi arriva una chiusura indagine da parte della distrettuale di Catanzaro. Indagine assolutamente legittima: Mantella dice che io ho commesso delle cose e la Dda non può occultare quelle dichiarazioni e procede in maniera assolutamente legittima anche se tardivamente, perché Mantella era stato sentito da quattro procuratori prima che avevano deciso di cestinare quelle dichiarazioni. Comunque parte questa indagine. Però di me si ero detto che sono un tossico dipendente, che corrompevo dei giudici, tra i quali lo stesso Petrini. Di questa cosa parlai con il procuratore Borrelli al quale dissi che mi ero rotto perché dicevano che io avevo un rapporto particolare con Petrini. Poi di me si disse che riciclavo i soldi della ‘ndrangheta reggina. Cioè mancava solo l’accusa di pedofilia». Continua a leggere su LaCnews24.it

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