venerdì,Novembre 22 2024

Drapia, beni confiscati alle mafie: il Comune si aggiudica il finanziamento

L’amministrazione potrà procedere alla riqualificazione dell’area sita in località Torre Galli e dell’annesso manufatto edilizio

Drapia, beni confiscati alle mafie: il Comune si aggiudica il finanziamento
Il manufatto di località Torre Galli dopo l'intervento
Il manufatto come si presenta oggi

Il Comune di Drapia, nell’ambito dei progetti per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie, si è aggiudicato un finanziamento del valore di 1.077.445,59 euro per procedere alla riqualificazione dell’area sita in località Torre Galli e dell’annesso manufatto edilizio. Si tratta di un obiettivo centrato dall’amministrazione del sindaco Alessandro Porcelli che, nell’occasione, ha ringraziato i dipendenti comunali, elogiandone il lavoro e la tempestività con cui gli stessi hanno operato. Finalità sociale del progetto è quella di incrementare i servizi al cittadino e, nel contempo, di diffondere – anche oltre i confini locali – la cultura civica e la legalità, anche attraverso la promozione di un’immagine positiva del territorio, privilegiato dalla sua posizione geografica strategica. Per la prima volta nella sua storia, il Comune di Drapia potrà beneficiare della gestione di un bene confiscato grazie al quale promuovere la cultura e rilanciare il turismo, proponendo anche un’alternativa naturale al mare e potenziando i servizi pubblici a  garanzia di  una crescita occupazionale. [Continua in basso]

La riqualificazione dell’area agricola ed, allo stato attuale, abbandonata prevederà una serie di interventi tra i quali la demolizione e la ricostruzione del manufatto che diventerà un centro per l’erogazione di servizi correlati alla promozione della legalità e della cultura, la sistemazione della parte esterna che sarà resa fruibile per lo svolgimento di attività all’aperto, con appositi percorsi dedicati ai settori storico-archeologico, enogastronomico, culturale e turistico con annesso un servizio di Bike sharing.

«L’amministrazione comunale – ha affermato il sindaco – con questo intervento vuole contrastare senza riserve il fenomeno della criminalità organizzata, recuperando un’area di oltre 7.700 mq. Questo luogo deve diventare riferimento e favorire l’aggregazione sociale, in un contesto impregnato di una storia quasi unica a livello nazionale che abbraccia il periodo archeologico della tarda Preistoria e della Protostoria ed, in particolare, l’Eneolitico e le età del bronzo e del ferro nell’Italia centro – meridionale». A tal proposito, il primo cittadino di Drapia  oltre a ricordare un precedente incontro con la Prefettura in merito alla questione, invita a riprendere gli studi sul Poro, in particolare rivolgendosi alla Soprintendenza nella persona di Fabrizio Sudano, al professore Marco Pacciarelli, conoscitore esperto delle realtà urbane dell’Italia protostorica ed a Michele Mazza,  oltre che a tutti coloro che hanno a cuore lo sviluppo sano del territorio e che potranno diventare parte integrante di un progetto che si propone di raggiungere fini collettivi.

LEGGI ANCHE: Valorizzare i beni confiscati: dal Pnrr 8,5 milioni per sette Comuni del Vibonese

Articoli correlati

top