Mammasantissima-Processo alla ’ndrangheta: dal 17 gennaio il nuovo format LaC – Video
Nasce sulla scorta del successo della trasmissione Rinascita Scott, innovandone però profondamente concept, contenuti e narrazione. Un'introspettiva unica sull'organizzazione criminale più ramificata al mondo. L'autore e conduttore Pietro Comito: «Sarà un programma bandiera»
Partirà martedì 17 gennaio in prima serata, alle 21, su LaC Tv, canale 11 del digitale terrestre, e contemporaneamente sui canali 411 TivùSat e 820 Sky, oltre che sulle piattaforme web del network LaC, “Mammasantissima – Il processo alla ‘ndrangheta“. È il nuovo format prodotto dalla società editoriale Diemmecom, che racconta l’evoluzione della ‘ndrangheta e delle azioni di contrasto all’organizzazione criminale più potente e ramificata al mondo da parte degli apparati dello Stato.
Rinascita Scott, la genesi
Il programma trae ispirazione – innovando però profondamente il concept, il codice narrativo ed i contenuti – da “Rinascita Scott – Il maxiprocesso alla ‘ndrangheta”, che nel silenzio dei mass media italiani (salvo rare eccezioni), attraverso due stagioni per complessive venti puntate, ha raccontato il più grande processo penale in corso in Italia, Rinascita Scott appunto, il cui dibattimento è ancora in corso nell’aula bunker di Lamezia Terme. “Mammasantissima – Il processo alla ‘ndrangheta” allargherà però lo spettro. Non solo attingerà (narrandoli) i suoi contenuti dagli altri, analogamente e diversamente importanti, processi contro la ‘ndrangheta, ma si sforzerà di mostrare la più capillare rete criminale presente al mondo attraverso un’inedita introspettiva: intercettazioni, interrogatori, filmati, reportage, interviste e inchieste esclusive, ancorati ai procedimenti penali in corso o già definiti.
«Molto più che un format»
Il programma, ideato e condotto da Pietro Comito, nasce su impulso dell’editore Domenico Maduli, sulla scorta del successo, in termini di pubblico ma anche di critica, registrato da “Rinascita Scott – Il maxprocesso alla ‘ndrangheta”. Il progetto esecutivo è guidato dal direttore generale Maria Grazia Falduto e coinvolge le migliori risorse tecniche del gruppo LaC-Diemmecom. ~È molto più che un format – spiega l’autore e conduttore Pietro Comito -. È un programma-bandiera, che dimostra, concretamente, l’impegno della società editoriale e delle risorse del network LaC su certi fenomeni. Diversamente dalle poche testate nazionali meritevolmente sensibili ai temi del racconto delle mafie e del loro contrasto, noi siamo sul territorio, viviamo il territorio, quello che facciamo è una informazione dal basso, decisamente più esposta ma al tempo stesso più autentica».
Più contenuti, zero talk
“Mammasantissima”, aggiunge il giornalista, sarà «un programma innovativo, tanto nei contenuti quanto nella veste, grafica e non solo. Assumeranno ancora più centralità – evidenzia Pietro Comito – i contributi audio-video originali ed esclusivi, i fatti e le ricostruzioni saldamente ancorate alla realtà. Nessun ospite in uno studio che assumerà, col supporto di una grafica e di una fotografia moderne e particolarmente efficaci, la funzione di raccordo narrativo, asettico ma anche accattivante. Insomma, noi forniamo i contenuti, i fatti, l‘analisi è dello spettatore che attraverso la conoscenza e la maturazione di un pensiero critico diverrà protagonista».
Il nome, l’identità
E ancora: «Il nome del programma è molte cose. Mammasantissima è certamente un richiamo ad un procedimento penale fondamentale per ricostruire i più moderni assetti della ‘ndrangheta, ovvero quello istruito dalla Dda di Reggio Calabria – sottolinea l’autore – ma è anche uno dei gradi più elevati del crimine organizzato. Ma potrebbe richiamare pure ad un vecchio film con Mario Merola, in cui don Vincenzo, un camorrista idolatrato dalla sua comunità, una volta finito in carcere vivrà una sorta di catarsi, ravvedendosi degli errori commessi ed invitando i ragazzini che volevano seguire le sue orme a studiare e vivere onestamente, perché il destino dei mafiosi è solo la galera o la morte.
Altrettanto e forse più significativo è il payoff che completa l’identità del programma, ovvero “Il processo alla ‘ndrangheta”. Non è solo “un” o “il” processo giudiziario, né può essere derubricato semplicemente come “mediatico”. Ma è anche un processo storico, perché mette insieme fatti, storie e fenomeni che hanno un nesso profondo, rappresentando così l’evoluzione di un sistema criminale ma anche di una società globale da esso condizionata, dalla sua genesi fino all’attualità».