sabato,Novembre 30 2024

Lieto fine per Achy, il randagio picchiato fino a perdere un occhio adottato in Veneto -Video

La vicenda, avvenuta a Favelloni, aveva sollevato un’ondata di indignazione. Associazioni e residenti hanno reso possibile l’adozione della bestiola vittima della crudeltà dell’uomo

Lieto fine per Achy, il randagio picchiato fino a perdere un occhio adottato in Veneto -Video

Il suo sembrava un destino segnato. Invece, la sua storia racconta la forza dell’amore e della perseveranza sulla violenza, anche la più barbara. Un piccolo “miracolo” di Natale per Achy, il cane selvaggiamente picchiato fino a perdere un occhio. La vicenda, divenuta virale sui social, aveva scatenato una cascata di commenti d’indignazione. Grazie alla generosità di alcuni cittadini di Favelloni, è pronto a intraprendere una nuova vita. È stato adottato in Veneto dove potrà finalmente avere una casa una famiglia che lo accudisca con tutto l’affetto che merita. [Continua in basso]

Achy con la sua nuova famiglia

Vittima della crudeltà e ignoranza umana, il randagio – prima abbandonato in campagna poi picchiato – aveva trovato alcune persone pronte ad aiutarlo. Grazie all’interessamento di associazioni di volontario (tra cui Lav Vibo e associazione Argo), ai residenti che avevano pagato le cure, il cane è stato per un breve periodo in stallo, poi in pre-affido. Infine, a poche ore dal Natale, Achy ha raggiunto la sua nuova casa al Nord grazie ad una staffetta. Un risultato straordinario frutto della collaborazione tra volontari e alcuni residenti di Favelloni che non si sono voltati dall’altra parte. Anzi. Hanno fatto il possibile per garantire al cane assistenza veterinaria e un luogo sicuro dove potersi ristabilire. Tra di loro, la giovanissima Mary Grillo, che ha preso a cuore la vicenda di Achy e fin da subito si è adoperata: «Oltre alla Lav e alla “Argo” che mi hanno aiutata, un’altra persona che è stata veramente speciale e che ha trovato davvero concretamente famiglia ad Achy è stata Chiara Liuzzo. Siamo davvero felici di questo epilogo».

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