Turismo sostenibile, a Zambrone focus sull’architettura rurale
La proposta lanciata dal ricercatore Antonio Varrà autore dello studio “Un progetto eco-sostenibile per la Calabria”
Sabato 10 dicembre, a partire dalle 16.30, al Centro servizi sociali di Zambrone, si svolgerà un incontro-dibattito dal titolo “Progettazione turistica territoriale sostenibile”, al fine di riscoprire l’importanza dell’architettura in terra cruda come chiave per lo sviluppo dell’Ecoturismo sul territorio. Si tratta di una proposta progettuale che lega lo sviluppo del turismo con l’identità del territorio. L’architettura rurale in terra cruda rappresenta una chiave per coniugare il passato al futuro. Inoltre il turismo ecosostenibile apre degli scenari ricchi di interesse per le prospettive del territorio e della sua immagine. A lanciare la proposta progettuale Antonio Varrà (ricercatore e operatore in turismo ecosostenibile), attraverso uno studio che ha pubblicato di recente, “Un progetto eco-sostenibile per la Calabria” con lo scopo di valorizzare le case in terra cruda. La ricerca è frutto di un precedente lavoro per la sua tesi di laurea, “Ecoturismo in breste, fra borghi e architetture di terra a Zambrone e nel Poro”. Un dato significativo e inatteso – che emerge dal libro – è la stima che un terzo della popolazione mondiale viva attualmente in case realizzate con la tecnica dei mattoni in terra cruda. [Continua in basso]
Al dibattito, in prima istanza, partecipano il sindaco di Zambrone, Corrado L’Andolina, il prof. Rosario Chimirri, (docente di Storia dell’architettura e responsabile di ricerche sulle culture dell’abitare all’ Università della Calabria, che ha curato la presentazione del libro), Francesca Del Duca (coordinatrice Dipartimento cultura dell’Ordine degli architetti di Vibo Valentia), e lo stesso Antonio Varrà che ha promosso l’incontro grazie anche al patrocinio del Comune di Zambrone, dell’Ordine degli Architetti di Vibo e della Fondazione Italiana di Bioarchitettura. Coordina gli interventi Nicola Rombolà, docente e giornalista. La discussione è aperta al pubblico e prevede che ci sia la partecipazione degli operatori turistici, ma anche della cittadinanza, che dovranno essere protagonisti in una visione integrata di sviluppo che deve coinvolgere le comunità locali.
Si tratta di un argomento che apre il cruciale tema della identità del territorio, e su quali elementi il territorio può guardare al futuro e investire le proprie risorse, alla luce della crescita della richiesta di un turismo “esperenziale”, sempre più esigente e sensibile ai temi della sostenibilità ambientale e alle tipicità territoriali. La proposta che è ben documentata nel libro da parte di Varrà, mira a creare un’offerta turistica capace di restituire al territorio del Vibonese, ma anche a tutta la Calabria, un’identità che negli anni ha smarrito, sull’onda impetuosa della massificazione, dell’ideologia dei consumi e della omologazione delle diversità culturali. Eppure, nonostante questa furia devastatrice, sul territorio resistono ancora diverse costruzioni in terra cruda sia come architettura rurale che urbana. La chiave quindi è nel recupero e riutilizzo di questi importanti manufatti, che potrebbe significare la rinascita di una coscienza identitaria che si tradurrebbe in benefici culturali, ambientali ed economici, perché coinvolgerebbe diversi aspetti e settori strategici per lo sviluppo ecosolidale del territorio.
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