Vibo: «Né forza né tempo per combattere». Quando il silenzio della politica fa paura ai precari
A parlare è ancora una volta Fortunato Greco, appartenente alla ex legge regionale 15, da tempo in servizio temporaneo al Comune di Vibo Valentia in attesa di una stabilizzazione che però non arriva mai
«Il silenzio è calma, tranquillità, ma è anche assenza di parole e di comunicazione. Questo secondo tipo di silenzio è quello che fa tanta paura. La paura di un domani che non potrebbe avere più una logica, la paura di doverti trovare a continuare a combattere senza avere più né le forze né il tempo per farlo. Poi quando il silenzio appartiene alle istituzioni politiche regionali, questo potrebbe essere ancora più devastane. Devastante per noi lavoratori della ex legge 15 di Vibo Valentia contrattualizzati a tempo determinato part-time (18) ore settimanali con Azienda Calabria Lavoro dal 14 ottobre del 2014 e che da 8 anni aspettiamo il giorno che questo contratto ci venga trasformato a tempo indeterminato full-time. Ma ad oggi tutto ciò non si è visto». A parlare, con estrema amarezza è ancora una volta Fortunato Greco, 53 anni. Da oltre venti fa parte del limbo del precariato, appartiene infatti a quei lavoratori della ex legge regionale 15 e successivamente contrattualizzati con Azienda Calabria Lavoro. Da tempo è in servizio temporaneo al Comune di Vibo Valentia e rimane in attesa di una stabilizzazione da parte della Regione che però non arriva mai. [Continua in basso]
«La paura di essere catapultati in un’ennesima proroga per me tanta»
«A poco più di un mese della scadenza, 31 dicembre 2022, dell’attuale contratto, – aggiunge il lavoratore – il silenzio della politica regionale si sta trasformando sempre più in una bomba, che per quanto mi riguarda sta per scoppiare dentro di me, portandomi a pensare di avere un contratto lavorativo ancora peggiore di quello che ho oggi. Non so più che pensare, non so più a chi ascoltare e non so più che fare, perché mi sarei aspettato una risposta concreta da parte della politica già da un po’ di tempo ma non è arrivata. La paura -prosegue Fortunato Greco – di essere catapultati in una ennesima proroga per me è tanta. E se ciò dovesse succedere sarà un nuovo anno di agonia che non riuscirei più ad affrontare in quanto non avrei né le forze né la serenità necessaria».
Così come, per il lavoratore vibonese, è anche tanta la paura di potersi trovare «a firmare una trasformazione di contratto a tempo indeterminato con un monte ore che potrebbe essere nella migliore delle ipotesi a 18 ore settimanali e nella peggiore a 14 ore settimanali, poiché non sarà questo tipo di contratto a dare a noi lavoratori la forza e la dignità per poter affrontare i problemi quotidiani che la vita ci pone davanti. Nel scusarmi per il mio ennesimo sfogo nei confronti di voi politici, uno sfogo scaturito dalla delusione e dalla disperazione che prevalgono dentro di me, colgo l’occasione – chiude Fortunato Greco – per augurarvi a tutti voi e alle vostre famiglie che questo Santo Natale che sta per arrivare sia almeno per voi pieno di tanta serenità».
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