E’ allarme suicidi nelle carceri italiane. A Vibo si registra il primo del 2022
Il garante regionale dei detenuti sottoscrive un appello per garantire dignità e diritti alle persone recluse. A gennaio il primo suicidio del 2022 nel penitenziario di Vibo
Numeri nazionali allarmanti. Il 2022 registra il più alto tasso dei suicidi in carcere del ventennio: 75 in appena 10 mesi. Ed è nel penitenziario della nostra provincia che, a inizio anno, esattamente l’1 gennaio, si rileva il primo suicidio. Il Garante regionale dei diritti dei detenuti e delle persone private della libertà personale, Luca Muglia, ha condiviso, firmato e rilanciato l’appello sottoscritto da diverse personalità relativamente all’esorbitante numero di suicidi registrati in carcere dall’inizio dell’anno: ben 75 in 10 mesi. L’appello, lanciato da Il Dubbio e rivolto alle istituzioni, alla politica e agli intellettuali, individua obiettivi precisi. Ricorrere al carcere come extrema ratio, garantire spazi e contesti umani che rispettino la dignità e i diritti, moltiplicare le pene alternative, garantire al cittadino detenuto la possibilità di iniziare un reale percorso di inclusione nella comunità. Tra i primi firmatari della petizione Roberto Saviano, Gherardo Colombo, Luigi Manconi, Giovanni Fiandaca,
Massimo Cacciari, Fiammetta Borsellino, Mattia Feltri, Francesca Scopelliti, Rita Bernardini. [Continua in basso]
Nell’appello si suggeriscono cinque vie d’uscita: aumento delle telefonate per i detenuti, previa modifica del regolamento penitenziario del 2000 secondo cui ogni detenuto (esclusi quelli che non possono comunicare con l’esterno) ha diritto a una sola telefonata a settimana, per un massimo di dieci minuti; innalzamento a 75 giorni a semestre per la liberazione anticipata rispetto ai 45 attuali; creazione di spazi da dedicare ai familiari che vogliono rimanere in contatto con i propri cari reclusi per valorizzare l’affettività; aumento del personale per la salute psicofisica, attesa la grave carenza di psichiatri e psicologi in tutti gli istituti; attuazione immediata di quella parte della riforma Cartabia che contempla la valorizzazione della giustizia riparativa e, nel contempo, rivitalizza le sanzioni sostitutive delle pene detentive. Il Garante regionale, Luca Muglia, nel lanciare l’allarme e ribadire la necessità di un intervento immediato, ha evidenziato che nell’ultima settimana all’interno delle carceri calabresi si sono verificati diversi episodi di autolesionismo, uno dei quali con un tragico epilogo. Dall’allarmante dato nazionale non resta fuori la casa circondariale di Vibo Valentia, dove, proprio a inizio anno, nella notte tra l’1 e il 2 gennaio un detenuto, originario di Satriano, è stato trovato impiccato nella sua cella e vani si sono rivelati i tentativi da parte della polizia penitenziaria e del personale medico del carcere di strapparlo alla morte. Era detenuto nella sezione “Sex offender”. Appena cinque giorni prima un altro detenuto aveva tentato di togliersi la vita dandosi fuoco. Sempre nel penitenziario Vibonese, qualche giorno fa un detenuto di 55 anni, originario della provincia di Cosenza, ha tentato di suicidarsi.
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