Marika Baldo, la studentessa vibonese al Gran ballo delle debuttanti
L'aspirante criminologa vibonese si prepara alla notte da sogno nella città eterna
Diciotto anni, studia per diventare criminologa: è tra le 26 ragazze provenienti da tutta Italia che sabato sera saranno principesse per una notte, accompagnate dagli allievi ufficiali dell’Aeronautica militare
Diciotto anni, ricca di talento e bellissima. La vibonese Marika Baldo, unitamente alla 23enne studentessa di Gerace Michelle Callibotte, per il Gran Ballo Viennese delle debuttanti di Roma, che si svolgerà sabato prossimo nella suggestiva cornice della Ritz Ballroom del St Regis Rome. Il charity ball più noto, oltre che glamour, che si svolge in Italia, gemellato con l’Opernball di Vienna, è promosso a favore di Make A Wish Italia, organizzazione statunitense no profit nata nel 1980 che aiuta i bambini affetti da patologie gravi. Quella di Marika Baldo è la storia di un cervello non più in fuga. Ha studiato a Venezia, acquisendo la maturità al Liceo linguistico ed è quindi rientrata nella sua città natale, in Calabria, iscrivendosi ai corsi accademici di Criminologia. Sarà dunque, tra le ventisei ragazze provenienti da tutta Italia che, dopo lo stop
dovuto alla pandemia, balleranno sulle note di Strauss, accompagnate – nel celeberrimo ballo delle debuttanti – dagli allievi dell’Accademia aeronautica di Pozzuoli.
«Ingenue… retrò? No, semplicemente decise a regalarsi quel sogno che inseguono fin da bambine “Principesse al ballo per una notte”, solo per una notte, prima di tornare alla realtà di tutti i giorni, più fiere
e determinate che mai, perché ora sanno che, i sogni si possono realizzare!- si legge in una nota dell’organizzazione. Il Gran Ballo Viennese delle Debuttanti di Roma è tutto questo. E’ un rito, un sogno, un messaggio, il simbolo di un mondo e di un’epoca che vale la pena riproporre ai giovani d’oggi. Il modo migliore per far rivivere i valori propri di una splendida tradizione è renderli attuali, farli scoprire nel loro
significato più profondo anche a chi nella concitazione della nostra società, sembra trascurarli o peggio, sembra averli dimenticati».
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