Albero della Cuccagna, antica tradizione che lega Vibo Marina alla goletta “Florette”
Manifestazione tra sport e tradizione popolare e uno degli eventi più attesi durante i festeggiamenti patronali, che richiamava ogni anno turisti incuriositi ma soprattutto faceva registrare una larga partecipazione da parte dei locali
Scivoloni, capitomboli, spruzzi d’acqua, risate e tifo da stadio. Erano questi gli ingredienti del “Palo della Cuccagna”, una manifestazione tra sport e tradizione popolare e uno degli eventi più attesi a Vibo Marina durante i festeggiamenti patronali, che richiamava ogni anno turisti incuriositi ma soprattutto faceva registrare una larga partecipazione da parte dei locali. L’albero consisteva in un lungo palo di legno che, dall’estremità della banchina Fiume del porto, rimaneva sospeso orizzontalmente sulle calme acque del porto e alla cui estremità veniva fissata, come meta, una bandierina. Il tronco veniva poi spalmato abbondantemente di grasso in tutta la sua lunghezza e la gara poteva iniziare. I giovani del luogo si lanciavano ardimentosi alla presa della bandierina, seguiti con attenzione dagli spettatori assiepati sulle murate del lungomare o che assistevano a bordo di imbarcazioni. Di solito gli ultimi contendenti erano avvantaggiati perché quelli che erano passati per primi, cadendo poi in acqua, avevano in qualche modo ripulito l‘albero dallo spesso strato di grasso, rendendolo meno sdrucciolevole. Il premio in palio (o per meglio dire “in palo”) veniva assegnato a chi, per primo, riusciva ad afferrare la bandierina posta all’estremità dell’albero della cuccagna. Alcune volte, ma succedeva raramente, qualcuno riusciva ad afferrare subito la bandierina camminando disinvoltamente, leggero come una piuma, sullo strato di grasso di cui era cosparso il tronco. A quel punto, per non privare dello spettacolo il folto pubblico, gli organizzatori provvedevano a fissare una nuova bandierina e si ricominciava daccapo, permettendo a tutti i partecipanti iscritti alla gara di cimentarsi e dare prova della loro abilità e capacità di rimanere in equilibrio. [Continua in basso]
L’antica tradizione del Palo della Cuccagna ebbe termine agli inizi degli anni ’70, quando l’autorità marittima emanò il divieto di balneazione nelle acque del porto. Anche in una città toscana l’Albero della Cuccagna era un appuntamento fisso fin dagli inizi del secolo scorso, programmato per il Ferragosto di ogni anno. Era inserito nel programma della Festa del Mare e proseguì senza interruzioni fino agli anni ’60. Protagonista assoluto dell’evento folkloristico che si svolgeva a Marina di Carrara era il brigantino-goletta “Florette”, che a quei tempi effettuava il traffico di merci, soprattutto marmi, solcando le acque del Mediterraneo e avendo come base il porto di Carrara. Ovunque si trovasse, il Florette doveva a tutti i costi essere presente per il Ferragosto in quanto la tradizione voleva che il palo della cuccagna venisse fissato su una delle sue paratie. Dopo 100 anni il veliero, trasformato in yacht, è ancora in navigazione, ha come base il porto di Vibo Marina e, sotto il comando del capitano Rony Heynes, al quale recentemente è stato assegnato il “Premio Porto Santa Venere 2022”, porta turisti a noleggio nel Mediterraneo e in Atlantico. Un curioso legame storico che ha unito le due manifestazioni, frammenti di vita sociale di altri tempi, quando per divertirsi bastava poco e, soprattutto, veniva offerto a costo zero.
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