Vibo Valentia e quelle fontane spartitraffico perennemente guaste
Soldi buttati al vento per realizzare due strutture entrate in funzione per poco tempo e presto dimenticate da tutti. O quasi…
Non funzionanti per guasti tecnici perenni e, in ultimo, quasi del tutto dismesse visto che non vedono l’acqua da anni ed anni. Stiamo parlando di due “fontane” a Vibo Valentia divenute solamente delle tristi rotonde spartitraffico, nonostante i soldi pubblici spesi per assicurare giochi d’acqua che si sono visti solo per poco tempo. Poi il nulla. Perché a Vibo Valentia a molti il bello non piace ed al brutto ci si fa presto l’abitudine e quasi non lo si vede più. [Continua in basso]
La fontana Nassirya
Oltre dieci anni non sono bastati alle amministrazioni comunali di palazzo “Luigi Razza” per ridare “vita” alla fontana Nassiriya, l’enorme vasca circolare che fa da spartitraffico e troneggia alle spalle del nuovo Palazzo di giustizia. Più precisamente, la fontana – affetta da perenni “guasti cronici” – si trova sulla strada di collegamento fra i quartieri di Bitonto e Moderata Durant. E, probabilmente, non ritornerà ai suoi zampilli e giochi d’acqua neppure in occasione dell’anniversario della strage di Nassiriya (12 novembre) che nel 2003 costò la vita a ventotto persone, fra cui dodici carabinieri, cinque soldati italiani, due civili del nostro Paese e nove cittadini iracheni. Senza contare i 140 feriti nell’attentato terroristico di Bagdad firmato Al Qaeda.
In tutta Italia, all’indomani della strage, vennero intitolate strade e piazze ai caduti di Nassiriya: da Bologna a Bari, passando per Anzio, Benevento, Cantù, Latina, Canicattì, Lamezia Terme, Mestre, Novara, Novi Ligure, Paternò, Ragusa, Rimini, Taranto, Trieste, Pizzo e Limbadi solo per citarne alcune. Vibo Valentia non ha voluto essere da meno decidendo che “Nassiriya” doveva essere chiamata la fontana circolare costata alle casse comunali quasi 300 milioni di vecchie lire. Inaugurata in “pompa magna”, è stata però dopo poco tempo presa di mira e messa fuori uso dai soliti vandali. Riparata una prima volta, ha avuto ugualmente vita breve smettendo ormai di funzionare, nel disinteresse generale, da oltre dieci anni. Eppure, al di là dei soldi pubblici spesi per la sua realizzazione, il nome dato alla fontana avrebbe dovuto da solo costituire vera “garanzia” di tutela, cura e vigilanza costante da parte del Comune, così come avviene in ogni angolo del mondo nei confronti di tutte quelle opere pubbliche intitolate ai martiri di Nassiriya. Ovunque, ma non a Vibo Valentia, a quanto pare. Dove, a distanza di tanto tempo, non si riesce neppure a venire a capo dei “problemi tecnici” legati al mancato funzionamento della fontana. Né, tantomeno, a risolverli una volta per tutte. [Continua in basso]
La fontana di via Lacquari
Altro “monumento” all’incapacità degli amministratori comunali – attuali e precedenti (nel 2015 si era tentato il ripristino di entrambe le fontane) – e di certa politica che continua a vivere di slogan e “aria fritta” è rappresentata dalla fontana-rotonda (Colistra) alla fine di via Lacquari nei pressi dell’imbocco della galleria. Qui la cura del verde è stata assegnata ad un privato, ma dei giochi d’acqua alla fontana neanche l’ombra da anni ed anni. La vasca si presenta attualmente del tutto svuotata, con i “macchinari” per i “giochi d’acqua” in “bella” mostra, così come non funzionante si presenta l’illuminazione notturna che – con colori alternati – doveva accompagnare gli zampilli. Inutile anche qui chiedersi come e perché la politica locale abbia deciso di spendere dei soldi pubblici per realizzare un’opera passata presto fra le “eterne incompiute” e che doveva invece costituire un biglietto di ingresso gradevole per chi arriva in città bypassando la Statale 18 e viale Affaccio o proviene da San Gregorio d’Ippona, Piscopio e dai paesi delle Preserre. Attualmente, peraltro, proprio nei pressi della rotonda con la fontana «guasta», anche l’asfalto sta cedendo e da settimane “troneggia” la solita ed orrenda transenna comunale pronta a segnalare agli automobilisti un imminente pericolo ma, soprattutto, a ricordare a tutti di essere sicuramente arrivati a…Vibo Valentia, città della cultura (un tempo) e già “capitale del libro”.