Alla scuola media di Limbadi il premio all’impegno civico “Piero Calamandrei”
Il riconoscimento è stato conferito da CaLab 5.0 agli alunni per la partecipazione al progetto "Leggere contro le mafie". Emozionati i ragazzi, che hanno ringraziato tutti con una lettera
«Un premio per rendere merito a chi, con azioni concrete, dimostra che un’altra Calabria è possibile». I giovani dell’organizzazione CaLab 5.0 descrivono così il premio all’impegno civico “Piero Calamandrei”, da loro ideato e conferito quest’anno – alla sua prima edizione – alla scuola secondaria di primo grado di Limbadi. Merito di alunni ed insegnanti limbadesi è quello di aver portato avanti il progetto “Leggere contro le mafie”. Un percorso, quest’ultimo, promosso dall’associazione San Benedetto Abate con la collaborazione di Libera Vibo Valentia ed il contributo dell’amministrazione comunale di Limbadi. Nell’ambito del progetto, i ragazzi hanno letto il libro “Al posto sbagliato. Storie di bambini vittime di mafia” di Bruno Palermo e hanno provato a immaginare – e a ricostruire tramite un video da loro realizzato – come sarebbero continuate le vite di Nicholas Green, Rita Atria e Gianluca Canonico se non avessero incontrato la mafia.
Questa mattina la consegna del premio a Limbadi, alla presenza del sindaco Pantaleone Mercuri, dell’assessore all’istruzione Alessandra Limardo, della dirigente scolastica Marisa Piro e del referente provinciale di Libera Giuseppe Borrello. [Continua in basso]
La lettera degli alunni
Il premio è stato consegnato da Fabio Signoretta, tra i fondatori di CaLab 5.0 e sindaco di Ionadi, alla dirigente Piro. Emozionati gli alunni, che con una lettera hanno inteso ringraziare quanti li hanno accompagnati nel percorso che li ha visti protagonisti. «Siamo orgogliosi di essere risultati vincitori del concorso Piero Calamandrei – si legge nella missiva, che questa mattina è stata letta nel corso della manifestazione -. Vogliamo ringraziare coloro che hanno reso possibile la realizzazione del tutto: la nostra dirigente Marisa Piro sempre pronta a supportare le nostre richieste, il sindaco di Limbadi Pantaleone Mercuri e l’assessore all’istruzione Alessandra Limardo per la disponibilità nell’acquisto dei libri e per averci ospitato nei locali del comune, il referente di “Libera contro le mafie” e dell’ Associazione San Benedetto Abate, Giuseppe Borrello, che, con l’aiuto di Maria Joel Conocchiella, ci coinvolge sempre in nuovi e interessanti progetti. Ultime ma non ultime le nostre professoresse di Lettere che ci hanno seguito, incoraggiandoci e sostenendoci durante tutto il percorso.
Il video che abbiamo pubblicato e che avete visto è il prodotto finale del progetto “Leggere contro le mafie”, che ci ha visti impegnati nella lettura del libro “Al posto sbagliato” di Bruno Palermo. Durante il percorso abbiamo avuto il piacere di incontrare l’autore il quale ci ha spiegato i motivi che lo hanno spinto a scrivere un libro così toccante e anche duro, emotivamente forte. Abbiamo poi conosciuto Pietro Canonico, padre di Gianluca, un bambino di 10 anni vittima di mafia: l’incontro è stato un pugno nello stomaco. Tante le emozioni suscitate in noi ragazzi: rabbia, disgusto per gli assassini, tristezza, angoscia, empatia verso un padre che a distanza di anni non dimentica e non si rassegna, ma lotta contro la mafia con la sua testimonianza di dolore. Abbiamo lavorato poi con i ragazzi di Libera che ci hanno ospitato all’UNIRIMI e ci hanno coinvolto in interessanti attività. Da tutto ciò è scaturita un’idea: perché non dare una possibilità di vita a coloro la cui vita è stata brutalmente spezzata? Non è stato facile scegliere tra le 108 storie presenti nel libro. Tante quelle che ci hanno toccato nel profondo, tante le pagine che ci hanno fatto emozionare ma abbiamo riflettuto a lungo e abbiamo scelto tre storie rappresentative. La nostra scelta è caduta su Rita Atria per il suo coraggio, per la voglia di riscatto e di un futuro diverso che il destino beffardo le ha poi negato; su Nicholas Green per l’estremo atto d’amore compiuto dai genitori nonostante l’ingiusta morte toccata al proprio bambino. Infine Gianluca Canonico, perché, dopo aver conosciuto il padre, volevamo regalare un futuro diverso a Gianluca.
Durante la realizzazione di questo video tanti sono stati i momenti di commozione mentre immaginavamo la vita che questi ragazzi non hanno avuto, fingendo che quell’episodio che ha interrotto il corso della loro esistenza non fosse mai accaduto. Ci auguriamo che le nostre emozioni siano arrivate a chi ha visto il video e nello stesso tempo che sia servito come spunto di riflessione, perché tutto ciò che è accaduto non si ripeta, perché “non c’è un posto sbagliato, non c’è un momento sbagliato, semplicemente perché non esiste un luogo sbagliato per una vittima innocente”».
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