A Paravati la grande chiesa promessa dalla Madonna a Natuzza è realtà, il vescovo: «Evento storico»
Papa Francesco concede fino al 6 agosto 2023 l’indulgenza plenaria ai fedeli che visiteranno il nuovo tempio
Il “sogno” si è tramutato in realtà. La promessa fatta nel lontano 1944 a Natuzza Evolo dalla Madonna è stata mantenuta. La “grande chiesa” della Villa della Gioia di Paravati, realizzata a partire dal 2002 con le offerte dei fedeli, da oggi, giorno della trasfigurazione di Cristo, è a tutti gli effetti aperta al culto e dedicata al “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”.
Già da domani i fedeli potranno assistere alle celebrazioni eucaristiche, previste alle ore 8, 10, 11.30 e 18.30. Nel restante mese di agosto le sante messe, feriali e festive, si svolgeranno, invece, alle 10.30 e alle 18.30. L’apposito rito di consacrazione è stato presieduto dal vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Attilio Nostro (il quale proprio oggi compie 56 anni), affiancato da numerosi altri presuli e presbiteri. Tra i banchi, in prima fila, i figli Angela e Francesco, i nipoti e altri familiari di Mamma Natuzza, tutti visibilmente emozionati. Alla cerimonia presenti autorità civili, politiche e militari del territorio e numerosi pellegrini, giunti per l’occasione anche dall’estero. Molti hanno dovuto assistere alla funzione religiosa dall’esterno, dai maxischermi installati nella spianata della Fondazione, sorta anni fa per la realizzazione della Villa della Gioia. Monsignor Nostro ha aperto la porta centrale della “grande chiesa” tenendo per mano Mamma Natuzza e Gesù risorto, raffigurati in un alto rilievo sui battenti. Un gesto, indice di testimonianza, continuità e proseguo della storia di fede della Serva di Dio, preceduto dall’illustrazione della chiesa, da parte dei progettisti Francesco e Domenico Bruno, e dalla consegna al presule di una miniatura del portale (simbolo delle chiavi dell’edificio sacro), effettuata dal presidente della Fondazione Pasquale Anastasi. [Continua in basso]
Tra i momenti più significativi della celebrazione – allietata con l’organo donato dalla diocesi dai cori uniti diretti dal maestro Gianfranco Cambareri – gli atti di aspersione con l’acqua benedetta delle pareti, di inserimento delle reliquie dei santi nell’altare maggiore, di unzione con l’olio del crisma e di dedicazione del luogo di culto. «In questi mesi – ha affermato, tra l’altro, monsignor Nostro – ho condiviso con voi tante storie facili e meno facili, belle e a volte difficili. Eppure, quella che più mi è rimasta nel cuore è stata quello di un bimbo che sapeva di essere destinato alla morte e che, tuttavia, consolava i genitori perché il Signore gli aveva messo nel cuore la grazia di capire che il dolore, la malattia, la dipartita terrena non sono l’ultima parola della nostra vita. Questo è un luogo che nasce dalla passione di Cristo, mutuata attraverso la passione che Natuzza ha condiviso con lui per tanti anni. Sofferenze non solo sue, ma anche di tante persone che hanno condiviso con lei e continuano a farlo, tanta parte della loro vita. Quella segreta, nascosta, a volte anche disperata. Ed è per questo che il mondo ha bisogno di tante mamme come Natuzza, di tanti papà come Dio, di tanti sposi come Cristo. Voi siete testimoni di un evento importante – ha concluso – che non temo di definire storico. Una pietra miliare della strada che ci conduce a Dio. Noi oggi siamo chiamati, partendo da questa chiesa, a portare agli altri la luce della trasfigurazione. Per questo ho voluto fortemente che fosse aperta oggi. La trasfigurazione a volte si palesa come gloria, altre come passione di Cristo, a volte facile, altre come aurora della vita eterna. Mi auguro che qui, in questa chiesa, tanta gente entri disperata ma esca piena di speranza, venga con tante domande ed esca con una sola risposta: l’amore di Dio».
Nel corso della celebrazione il vescovo ha anche posizionato il “Corpus Domini” nel tabernacolo dell’adiacente cappella dell’Eucarestia. Subito dopo è toccato al cancelliere della diocesi, don Sergio Meligrana, dare lettura del decreto di dedicazione e, a sorpresa, di quello con cui Papa Francesco concede fino al 6 agosto 2023 l’indulgenza plenaria ai fedeli che visiteranno il nuovo tempio. La cerimonia si è conclusa con l’atto di affidamento alla Madonna e con il commosso intervento del rettore padre Michele Cordiano, il quale in segno di gratitudine e in ricordo dell’evento ha donato al vescovo una mitra. Tra i doni ricevuti dal prelato, anche un’opera artigianale realizzata dagli ospiti del carcere di Catanzaro, visitato anni fa da Natuzza.
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