martedì,Novembre 26 2024

Comerconi, tutto pronto per l’intitolazione di una piazza a don Antonio Lo Coco

Fu il parroco della piccola frazione di Nicotera per trent’anni. Dagli aiuti ai meno abbienti alla costruzione dell'asilo, contribuì alla crescita spirituale e materiale della comunità

Comerconi, tutto pronto per l’intitolazione di una piazza a don Antonio Lo Coco
Nel riquadro: don Antonio Lo Coco

Il nome di don Antonio Lo Coco sarà presto legato in modo indissolubile a Comerconi. Nella piccola frazione del comune di Nicotera, infatti, il 13 giugno sarà intitolata una piazza allo storico parroco, che vi prestò servizio per un trentennio e che ancora oggi è ricordato con affetto dalla gente del posto. L’iniziativa è promossa dall’amministrazione comunale, ma tutto è partito da un’idea dell’attuale parroco don Saverio Callisti. «È stato lui a propormelo – spiega l’assessore comerconese Roberto Massara -, io ho portato la questione in Giunta, dove subito è stata accolta con entusiasmo. Abbiamo quindi avviato l’iter necessario, deliberato l’intitolazione ed ora eccoci qui». Per l’occasione – aggiunge – è anche stato fatto un piccolo restyling di quella che oggi è conosciuta da tutti come “piazza nuova” e che da lunedì prenderà il nome di don Lo Coco. «Io ho di lui un ricordo lontanissimo – dice ancora Massara -, ma mi tornano in mente i racconti di mio padre, che ricordava sempre il suo grande impegno per il paese. E oggi è testimonianza di quell’impegno la gioia con cui la nostra comunità ha accolto la notizia dell’intitolazione della piazza». [Continua in basso]

In vista della cerimonia – che si terrà in una giornata da sempre importante per Comerconi, nel giorno della sentita festa di Sant’Antonio -, è molto soddisfatto don Saverio Callisti: «Don Lo Coco ha risollevato questo paese a livello culturale e sociale, oltre che spirituale. È per questo che appena è stata realizzata quella piazza, a inizio anni Duemila, ho subito pensato a lui. Allora però non se ne fece niente; ora, sapendo che l’amministrazione è impegnata con la nuova toponomastica, ho voluto rispolverare quest’idea». Don Saverio racconta di averlo conosciuto poco dopo il suo arrivo a Comerconi, a metà anni Novanta: «Nel 1995 lo invitai qui alla festa di Sant’Antonio. Lui era già anziano, sarebbe morto qualche mese dopo. Ci sedemmo in chiesa e, con un filo di emozione, mi raccontò minutamente dei suoi lunghi anni trascorsi qui».

Don Lo Coco

Classe 1914 e originario di Nicotera Marina, don Lo Coco arrivò a Comerconi in piena guerra, nel 1941. Anni difficili, in cui si distinse fin da subito per la mano tesa nei confronti di tutta la popolazione e in particolare dei più deboli. Aprì una sezione dell’Azione cattolica, grazie alla quale venivano distribuiti viveri e vestiti ai meno abbienti. Ristrutturò la chiesa, che dopo terremoti e guerre era fatta di legno, e la ampliò portandola al perimetro con cui la conosciamo oggi. E ancora, si impegnò in prima persona affinché in paese arrivasse l’energia elettrica e fosse realizzata la rete fognaria – anche recandosi a Roma dai ministeri competenti. Tramite i fondi della Cassa del Mezzogiorno e su impulso proprio di don Lo Coco, fu realizzato e aperto nei primi anni Sessanta l’asilo. Con l’aiuto delle suore brignoline arrivate da Genova nel 1963, proprio nell’asilo parrocchiale sono cresciute tantissime generazioni comerconesi, per circa un cinquantennio (da diversi anni l’asilo è ormai chiuso a causa del calo delle nascite). A lui si deve la costruzione del nuovo Calvario e della statua del Cuore di Gesù che campeggia all’entrata del paese. Fondò anche l’Apostolato della preghiera, che ancora oggi è attivo. La parentesi di don Lo Coco a Comerconi si concluse poi nel 1971, quando passò alla parrocchia della sua Nicotera Marina. [Continua in basso]

Alla cerimonia di lunedì 13 parteciperanno il sindaco Giuseppe Marasco e i nipoti del sacerdote. Da allora quella piazza da sempre senza nome, ne avrà finalmente uno: «E piuttosto che di politici, poeti o personaggi a noi lontanissimi – conclude don Saverio – sono felice che sia il nome di qualcuno che ha significato molto per questa comunità».  

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