Bimba disabile esclusa dalla gita, la scuola di Zungri trova il pullman ma aumenta il costo del “biglietto”
Pioggia di solidarietà sulla famiglia della piccola Carol: Comuni, associazioni e privati cittadini pronti a muoversi per fare in modo che l'undicenne possa passare una felice giornata con i compagni. Fa storcere il naso invece la soluzione trovata dall’Istituto scolastico
Tutti stanno facendo la cosa giusta, tranne la scuola di Carol, che alla fine è tornata sui suoi passi ma… sbagliando nuovamente strada.
Sta suscitando enorme scalpore la vicenda della bambina disabile di Zungri che non può andare in gita a Serra San Bruno con i compagni di classe, perché il pullman scelto non ha la pedana per l’accesso della speciale sedia a rotelle sulla quale è costretta da sempre.
Sono migliaia le condivisioni e le reazioni all’articolo de Il Vibonese, con una risposta di unanime solidarietà nei confronti di Rosetta, mamma di Carol, 11 anni, affetta dalla nascita da atrofia cerebrale che non le consente alcuna autonomia. Come raccontato dal nostro giornale, alle proteste del genitore, la scuola ha risposto all’inizio con un’alzata di spalle: «Se proprio vuol venire, deve portarla in braccio. Altrimenti per quest’anno non è possibile, sarà per la prossima volta». [Continua in basso]
E invece no. Rosetta ha contattato la nostra redazione e la vicenda è esplosa in tutta sua forza emblematica. Perché sarà anche un “piccolo” fatto di cronaca, ma non è certo ammissibile, nel 2022, che un bambino in Italia venga escluso da un importante momento didattico a causa della sua disabilità. Tanto più che in braccio, Carol, oggi che ha 11 anni, non può viaggiare. Una soluzione che in passato la mamma aveva anche adottato, pur di farla partecipare alla gita scolastica. Ma che adesso non è compatibile con il peso e la statura della bimba, ma soprattutto con la necessità di una postura corretta che solo la sedia a rotelle le può garantire.
Ovvietà che, a quanto pare, la scuola di Cessaniti e il plesso distaccato di Zungri, quello frequentato da Carol, non avevano compreso. L’hanno capito, invece, solo dopo l’ondata di solidarietà che si è sollevata sui social. Tra i primi a reagire è stato il sindaco di Serra San Bruno, Alfredo Barillari: «Come Amministrazione Comunale di Serra San Bruno metteremo a disposizione un mezzo per permettere alla piccola Carol di visitare la nostra città. Aspettiamo lei e i suoi amici a braccia aperte». Sempre a Serra si è mobilitata l’associazione Femmina, attraverso la sua presidente Valeria Giancotti. E poi l’Aism di Vibo, l’Associazione italiana sclerosi multipla, che ha offerto il proprio pulmino a cinque posti. E anche comitati di cittadini, come a Tropea e Ricadi, con Salvatore Tripaldi che a nome di un gruppo di persone ha offerto un mezzo attrezzato. [Continua in basso]
Pronto a fare la sua parte è anche il sindaco di Zungri, Franco Galati, che non ha nascosto il suo sconcerto per quanto accaduto: «Non credo possibile, conoscendo io stesso il mondo della scuola del quale faccio parte, che al giorno d’oggi una bambina o un qualsiasi cittadino italiano possa essere emarginato per la sua disabilità». Quindi, ha assicurato «la nostra amministrazione è pronta a mettere a disposizione il pullman comunale al fine di garantire a Carol di vivere una giornata di felicità».
Al netto delle reazioni indignate e stupefatte di migliaia di cittadini, l’eco della storia ha travalicato i confini provinciali e regionali. Anche l’associazione Luca Coscioni, ad esempio, attraverso la coordinatrice della sede di Reggio Calabria, Maria Teresa Prestanicola, è intervenuta, definendo «vergognosa» la vicenda e assicurando aiuto per la soluzione del problema. Stessa cosa ha fatto un noto blogger di Bassano del Grappa, Luca Faccio, disabile egli stesso e da anni impegnato su queste tematiche. E poi sacerdoti, amministratori comunali, commercianti, volontari che quotidianamente prestano assistenza ai disabili. Tutti pronti a metterci soldi e impegno per consentire a Carol di fare la sua sacrosanta gita.
Manca soltanto la reazione della scuola della bambina, che finora non si è fatta sentire ufficialmente ma soltanto attraverso una evasiva comunicazione inviata ai genitori dei ragazzi che il 31 maggio prossimo dovrebbero andare in gita. Ebbene, la scuola fa sapere che la ditta incaricata si è tirata indietro, sostenendo di non avere pullman attrezzati con la pedana, questo – argomenta l’insegnante che coordina l’organizzazione nella comunicazione inviata alle famiglie – avrebbe consentito all’Istituto di procedere con un nuovo affidamento, ma ora la quota di partecipazione passa da 34 a 41 euro, ben 7 euro in più, proprio a “causa” della pedana che serve a issare la sedia di Carol.
Un messaggio che ha lasciato sconcertata Rosetta: «Non è giusto che facciano ricadere sulle famiglie degli altri ragazzi l’errore che hanno commesso, mettendo così in cattiva luce la mia protesta. Il pullman giusto doveva essere individuato sin dall’inizio. E non l’hanno fatto, di questo sono certa, perché ho contattato la ditta incaricata in un primo momento e mi è stato assicurato che la richiesta scritta iniziale non menzionava un mezzo attrezzato con la pedana per i disabili». Parole amare che però non spengono la gratitudine per tutti coloro che in queste ultime 24 ore si sono messi a disposizione. «Sono commossa dalla solidarietà che abbiamo ricevuto – conclude Rosetta -, non avrei voluto sollevare tanto scalpore, ma lo dovevo a mia figlia che purtroppo è costretta a vivere su una sedia a rotelle. E sono felice che la risposta delle persone sia stata così calorosa perché mi restituisce fiducia nel prossimo. A tutti, dal profondo del cuore, dico grazie».
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