martedì,Novembre 26 2024

A La Spezia ricordato il commissario di polizia di Pizzo morto nel lager di Mauthausen

Il nome di Nicola Amodio, insieme a quello di altri sette agenti, impresso su una lapide svelata nella città ligure per ricordare il loro sacrificio durante la Resistenza

A La Spezia ricordato il commissario di polizia di Pizzo morto nel lager di Mauthausen
La cerimonia a La Spezia e, nel riquadro, il commissario Amodio

C’è anche il nome del commissario Nicola Amodio, originario di Pizzo Calabro, tra quelli impressi sulla lapide svelata nei giorni scorsi a La Spezia. Una lapide che celebra «eroi che divennero baluardo di resistenza in difesa della libertà e dignità umana», e cioè otto poliziotti che nel 1943 si ribellarono al nazifascismo e si misero in moto per aiutare ebrei e antifascisti ad espatriare, per poi finire deportati nel campo di concentramento di Mauthausen. Un viaggio dal quale nessuno di loro fece ritorno. [Continua in basso]

Nicola Amodio nacque Pizzo Calabro nel 1898 e dopo l’esperienza della Prima guerra mondiale si stabilì a La Spezia, dove prese servizio come sottufficiale del Corpo degli agenti investigativi nella locale Delegazione (diventata Questura due anni dopo). La sua storia, e in particolare quelle scelte che gli costarono la vita, sono state riportate alla luce da Tarcisio Trani (presidente dell’Anps di La Spezia) e Vincenzo Marangione e raccontate nel libro “Polizia e Cittadini nella Resistenza – i martiri dimenticati”.

Martiri i cui nomi oggi campeggiano sulla facciata del Palazzo della Provincia e della Prefettura della città (fino al 1994 sede della Questura). I commissari Nicola Amodio e Lodovico Vigilante e la guardia di pubblica sicurezza Annibale Tonelli, morti nel campo di concentramento di Mauthausen nel marzo 1945. E ancora: il brigadiere Alfonso Filardi, il vicebrigadiere Biagio Sullo, le guardie Giuseppe Cavallo, Domenico Mazzola, Francesco Caruso, dispersi lungo il tragitto verso il lager.

L’iniziativa è stata fortemente voluta dall’Anps (Associazione nazionale Polizia di Stato) di La Spezia, con l’obiettivo di contribuire a strappare dall’oblio le loro gesta. Lo svelamento della lapide era già previsto nell’aprile del 2020 in occasione della celebrazione del 75° anniversario della Liberazione, ma è stata più volte rinviata a causa della pandemia. Alla cerimonia hanno preso parte tra gli altri, il prefetto, il questore e il vescovo della città, oltre anche ai familiari delle vittime. È seguita una rappresentazione teatrale – “Se siamo qui e non altrove”, testo di Maria Carmela Mugnano –, con la quale sono stati ripercorsi i momenti dell’arresto degli agenti, il 23 novembre del 1944, da parte delle SS tedesche.

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