Vibo, studente del “Berto” corona il suo sogno. E incontra Nicola Gratteri
L’allievo del Liceo scientifico accompagnato dalla dirigente scolastica Caterina Calabrese e dall’insegnante di Religione Lucia Quattrocchi
«Il dottore Gratteri è il mio modello di vita»: così risponde a una domanda della professoressa di religione Davide Cacciatore, uno studente che frequenta la classe prima del liceo scientifico “Berto” di Vibo Valentia. Risponde senza esitazione, Davide, e l’insegnante si chiede immediatamente se fosse possibile fargli incontrare di persona, faccia a faccia, il suo eroe, l’uomo che più ammira nella vita. Uscita dall’aula, la professoressa scrive alla procura di Catanzaro e dopo qualche giorno, arriva la risposta: “Il dottore Gratteri vuole e può incontrare Davide”. Così Davide si reca all’incontro, con la sua preside, Caterina Calabrese e con la sua insegnante di Religione Lucia Quattrocchi. Il dottore Gratteri li riceve nella biblioteca adiacente il suo ufficio personale, nel palazzo della Procura di Catanzaro. Nel corridoio decine di targhe, riconoscimenti, premi, perché si sa, il dottore Gratteri, e chiunque come lui, è lo Stato in mezzo a noi. [Continua in basso]
«È lo Stato degli uomini che si sono sacrificati per noi – spiegano dalla scuola del capoluogo – che sono a servizio della nostra sicurezza, della nostra legalità e dei nostri valori fino all’estremo sacrificio; uomini, donne, magistrati, forze dell’ordine, giornalisti, eroi divenuti tali attraverso la Scuola, sorgente e segno di legalità, di onestà, dei valori più alti e più nobili. E la Scuola è garante dello Stato; non vi è Stato, legalità, democrazia, cittadinanza, senza la scuola. Il dottore Gratteri parla con Davide, gli fa domande, gli regala un libro e una penna: sembra quasi di ascoltare le parole di Malala Yousafzai quando, in un celebre discorso tenuto alle Nazioni Unite affermò che solo un insegnante, un alunno, una penna, un quaderno e un libro possono cambiare il mondo. Gli ripete più volte, come fa con tutti i ragazzi che incontra nella sua vita: “studia, studia…”. Glielo ripete più e più volte, sottolineando quanto sia fondamentale ed efficace la forza che possiede la Scuola nell’educare nella legalità e nell’onestà». Le emozioni non sono finite. Uscendo dall’ufficio del magistrato, due immagini appese al muro: nella prima vi sono Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo, nella seconda Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Per non dimenticare mai, per non arrendersi mai.
«Mi sono sempre chiesta – afferma la docente Quattrocchi – come nasca e si sviluppi nella coscienza di uomini di Stato, come il dottore Gratteri, una motivazione talmente forte da portarli ad accettare di mettere a rischio la propria vita e di convivere continuamente nel pericolo pur di combattere il malaffare. Ebbene, la risposta è una sola: questo desiderio di giustizia nasce tra i banchi di scuola. Non ho compiuto nulla di straordinario, ho fatto semplicemente l’insegnante e ringrazio la preside, da sempre in prima linea nella lotta contro l’illegalità, per avere compreso l’importanza di questo incontro. Spero di aver piantato un seme di legalità nella coscienza di Davide. Lui non dimenticherà facilmente questa incredibile esperienza e gli auguro, come uomo e cittadino, di riuscire a metterla a frutto con onestà e lottando per la legalità».