Addio a Mario Roperto, l’ultimo romantico dell’umanesimo liberale
Provato da una drammatica malattia si è spento questa notte. Originario di Maierato, è stato consigliere e assessore provinciale di Catanzaro. Le sue liriche manifesto di una forte identità umana e politica
Si è spento nella notte, all’età di 81 anni, circondato dall’affetto dei suoi cari, l’ex consigliere e assessore provinciale, poeta e umanista, Mario Roperto. Dirigente dell’Agenzia delle Entrate in pensione, Roperto, nell’ultimo periodo della sua vita particolarmente intensa, sul piano politico, professionale, familiare e culturale, ha combattuto invano contro una inesorabile malattia. Vibonese autentico, ha legato indissolubilmente il suo nome e la sua storia politica in particolare alla comunità di Maierato. Storico dirigente del Partito liberale italiano, fu proprio il consenso del suo paese d’origine a contribuire alla sua elezione alla Provincia di Catanzaro, quando l’ente intermedio assorbiva anche il Vibonese ed il Crotonese. Uomo dotato di grande sensibilità, innamorato delle tradizioni e del vernacolo, lascia una vera e propria perla nella sua principale raccolta di liriche e sonetti “Addoccussì va ‘u mundu”, edito da Soveria Mannelli nel 2006. Ed è soprattutto attraverso quest’opera che Mario Roperto diede corpo alla sua identità poetica e alle sue aspirazioni per un mondo in cui l’uomo si rivela protagonista onesto, solidale, libero e responsabile e la donna, così seducente e amabile, musa ispiratrice di ardenti passioni e tenere emozioni. Un’opera che mostra i tratti della sua verve poetica caratterizzata da un ardente spirito satirico e irridente anche nei confronti della politica e del potere. Se ne va, probabilmente, l’ultimo romantico di un umanesimo liberale che si declinava in ogni ambito della vita. Lascia la moglie Beatrice, i figli Mauro, Marcella e Massimo e diversi nipoti che ereditano un esempio di valore e virtù.