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Vibo, dopo la sentenza del Tar è arrivato il “Progetto di Vita” per Giovanni Paolo

A seguito della decisione del Tribunale amministrativo, che aveva precisato l’inadempienza del Comune a cui la famiglia di un bambino autistico aveva chiesto supporto, è giunto il contratto siglato dall'Ente, dalla sua Azienda sanitaria, dalla scuola e dalla sua famiglia

Vibo, dopo la sentenza del Tar è arrivato il “Progetto di Vita” per Giovanni Paolo

Qualche mese fa la nostra redazione si è occupata di una vicenda particolarmente delicata, che in primis riguarda i diritti di un bambino di 11 anni, e poi – soprattutto – le inadempienze del Comune e dell’Asp che lo avrebbe dovuto seguire adeguatamente. Il Comune e l’Azienda sanitaria provinciale sono quelli di Vibo Valentia e il bambino è Giovanni Paolo, che ha avuto la fortuna di nascere e crescere in una famiglia che lo ama e lo protegge a qualsiasi costo. Giovanni Paolo è un bambino con autismo che, come spiega Enrico Mignolo (padre del bimbo), è «in una condizione esistenziale che necessita di un supporto per lo sviluppo e la partecipazione vera, concreta e produttiva nella vita sociale del contesto della sua città». [Continua in basso]

A gennaio scorso, a seguito di un ricorso proposto dalla famiglia di Giovanni contro l’inadempienza del Comune di Vibo Valentia, il Tar di Catanzaro ha condannato l’ente che «da oltre 2 anni e mezzo è inadempiente nella predisposizione e realizzazione di un Progetto di Vita, (richiesto ai sensi dell’art. 14 della Legge nazionale 328/2000 e dell’art. 6 della Legge Regionale 23/2003), per un minore con disturbo dello spettro autistico».

Nella sentenza, il Tribunale amministrativo, aveva infatti rimarcato il comportamento censurabile dell’Ente che, per oltre due anni e mezzo, ha sistematicamente rinviato alle responsabilità esclusive di altri enti (Regione, Scuole e Asp) ciò che invece è un suo preciso obbligo di legge. Per tutta la famiglia di Giovanni sono stati anni duri, ma adesso inizia una nuova pagina di storia della loro vita. Il “Progetto di Vita” predisposto per il bambino è infatti finalmente pronto: i suoi genitori hanno ottenuto quello che spettava al figlio già da parecchio tempo. Undici anni di vita senza alcun supporto dal proprio Comune e dall’azienda sanitaria sono tanti, troppi. Perché sono anni in cui due genitori – e chissà quanti altri – hanno sperato, lottato, richiesto, supplicato un aiuto per un bambino che è nato con una condizione particolare che non ha scelto di avere, ma con cui, dignitosamente, ha voluto – e vuole tutti i giorni – essere in grado di convivere. Anni in cui, come si evince dalla stessa sentenza, i suoi diritti essenziali sono stati calpestati da indifferenza e superficialità, da rinvii ingiustificati e dall’assenza di responsabilità. [Continua in basso]

Oggi, per Giovanni Paolo, inizia un nuovo cammino. Ed è così che il padre, pieno di commozione, lo annuncia: «“P” come Progetto di Vita. “P” come percorso. Oggi inizia il progetto di Vita di Giovanni Paolo, il primo dell’Ats di Vibo Valentia. Oggi Giovanni Paolo inizia finalmente il suo percorso di cittadino, con un contratto per lui siglato dal suo Comune di residenza, dalla sua azienda sanitaria, dalla scuola e dalla sua famiglia. A Giovanni, da oggi, saranno garantiti i supporti di cui ha bisogno e che ha scelto per esercitare i suoi doveri civici nel contesto di cui è parte da sempre. “P” come perseveranza. Dopo 8 anni dalla diagnosi, la Asl prende in carico Giovanni per l’aspetto terapeutico che deve essere garantito secondo le sue necessità, nel rispetto dei Lea sanitari, dopo non aver prestato a lui neanche un’ora di logopedia, dopo aver fatto un solo atto, il solo ed unico profilo diagnostico-funzionale nel 2014. Lui aveva quasi 3 anni. Oggi ne ha 11. “P” come panni degli altri in cui ci si deve mettere. Dopo un percorso di 4 anni anche il Comune di Vibo Valentia prende in carico e gestisce secondo le necessità di Giovanni i servizi per il potenziamento delle sue capacità e per le potenzialità per il suo futuro, il più possibile autonomo, secondo l’impegno che anche lui ci dovrà mettere ed i risultati che sarà capace di raggiungere, nel rispetto dei Lep sociali previsti dalle leggi di questa Repubblica. “P” come parte. Lui farà la sua parte, come ha sempre fatto da solo e come continuamente insegna a noi genitori. “P” come passo avanti: oggi lui è riuscito a farlo capire anche alle istituzioni: ognuno deve fare la sua parte. C’è voluta però una sentenza del Tar Calabria per obbligare gli Enti inadempienti, cioè Comune ed Asp, ad ottemperare. “P” come “però forse avevamo ragione, eh”. “P” come politica. Su questo passo. “P” come Persone e come provvidenza: Francesca Petrolo, Chiara Borrello, Concetta Valente, Giancarlo Cutuli, Maria Teti, Maria Giovanna Daniele. Sono i professionisti di grande spessore del team del Comune e dell’Asp che hanno lavorato con grande impegno e che hanno insegnato a tutti gli altri loro colleghi precedenti, ed agli amministratori, che negli Enti pubblici si può fare. Basta volerlo. “P” come punti fissi, come perni: Elena Congestrí, Lucia Pizzonia, Elisa Raniti, Maria Antonietta Rendini, le nostre certezze motivazionali. Quelle per cui la vita di Giovanni è già “percorso”, da tempo. E per fortuna. “P” come per tutti e per ognuno: è “Io autentico OdV” di cui siamo parte attiva e che sta contribuendo al cambiamento e al suo valore, nella gioia e nel dolore. “P” come papà, il mio. Che mi ha insegnato a farlo e che anche oggi in qualche modo era lì con noi. “P” come partenza».

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