Profughi ucraini Calabria: nel Vibonese la presenza maggiore di bambini nelle scuole
Audizione del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi in commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza
Al momento gli studenti provenienti dall’Ucraina e presenti nelle scuole italiane, in forma strutturata, sono 16.045: lo ha ricordato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi durante un’audizione in commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza. Di questi, ha aggiunto, «7.615 sono presenti nelle scuole primarie e il 90% hanno tra i 3 e i 13 anni». Ma in generale l’entrata dei profughi ucraini in Italia, ha sottolineato Bianchi, «ha seguito una tendenza diversa rispetto agli altri profughi perché la maggior parte di questi si è recata presso famiglie, le cosiddette badanti, che sono diventate il punto di riferimento per l’accoglienza. I bimbi più piccoli stanno presso le famiglie e molti dei più grandi in parte non vanno a scuola perché in Ucraina l’obbligo scolastico è fino a 14 anni. Ma è bene ricordare che l’impostazione delle autorità ucraine prevede il ritorno di questi bambini in Ucraina per finire la loro formazione scolastica». [Continua in basso]
Sul fronte delle risorse già in essere per le scuole – ha aggiunto il ministro Bianchi – «abbiamo 1 milione di euro per l’assistenza linguistica, poi abbiamo risorse Ue del progetto Care, che però vengono attribuite soprattutto nelle regioni meno sviluppate, e questo è un problema perché vorremmo le risorse dove queste effettivamente servono». Infatti, ha spiegato ancora il titolare dell’Istruzione, «la dislocazione dei bambini è avvenuta sostanzialmente in ragione della presenza delle comunità lavorative ucraine nel nostro Paese, quindi ad esempio abbiamo un 22% in Lombardia, 12% in Emilia Romagna, 8% in Piemonte, 1% in Sardegna, 2% in Calabria e il 7 nel Lazio. A livello provinciale per quanto riguarda l’Abruzzo la presenza maggiore di bambini nelle scuole è soprattutto a Pescara, in Campania a Napoli e in Calabria a Vibo Valentia; poi Roma “assorbe” circa il 62% delle presenze nel Lazio, il 56% a Genova per la Liguria e in Lombardia si concentrano principalmente tra Milano e Brescia».
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