Aggressione in ospedale a Vibo, intervengono gli Ordini dei medici e degli infermieri
Appello alla cittadinanza affinché «venga stretto un nuovo patto che miri a sensibilizzare una cultura che eviti la violenza in tutte le sue forme»
Gli Ordini dei medici e delle professioni infermieristiche di Vibo Valentia, attraverso i suoi presidenti Tonino Maglia e Stefano Moscato, in un comunicato congiunto esprimono profondo sconcerto e indignazione per i vili atti di aggressione che si sono consumati presso l’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia nel giro di una settimana.
«La violenza contro gli operatori sanitari, che ha coinvolto il Pronto soccorso prima, e nella giornata di ieri l’Uo di Malattie Infettive Covid sono episodi che condanniamo con forza, perché lontano dalla cultura dei professionisti che hanno fatto della “relazione di aiuto” la ragione del loro agire professionale.
Non più tardi di venti giorni fa (12 marzo) si è celebrata la prima giornata contro la violenza agli operatori sanitari, quegli stessi professionisti lodati e definiti “eroi” durante il periodo più buio della pandemia e poi caduti nell’oblìo, vittime di un sistema sanitario sofferente, di un territorio che sta perdendo anche i servizi sanitari più essenziali. Sicuramente – evidenziano – proprio il Covid ha creato nuove situazioni che hanno determinato un aumento della violenza, come ad esempio l’impossibilità per i parenti di visitare i pazienti ricoverati, ma questo non può dare luogo agli episodi vili di questi giorni». [Continua in basso]
Nell’esprimere profonda solidarietà ai colleghi colpiti «da questi brutali attacchi, chiediamo con forza che la sicurezza dei professionisti sanitari, diventi la priorità, insieme alla necessità di soddisfare i bisogni degli assistiti. Non si può instaurare la relazione di cura se l’utenza non ha fiducia nel personale sanitario e per questo – sostengono – facciamo appello alla cittadinanza affinchè venga stretto un nuovo patto che miri a sensibilizzare una cultura che eviti la violenza in tutte le sue forme. È fondamentale far sapere alle persone cosa significa la violenza sui sanitari e far capire loro che ad assisterli non è il singolo operatore ma è un’équipe. Bisogna inoltre ricordare che gli atti di violenza possono ripercuotersi negativamente anche sulla qualità dell’assistenza offerta a tutti i cittadini. Gli operatori sono alleati dei cittadini, e tutto il Servizio sanitario deve impegnarsi perché questa alleanza possa esprimersi al meglio».
Per quanto dichiarato «gli Ordini professionali, come enti sussidiari dello Stato, a tutela della sicurezza e della dignità e degli assistiti, fanno appello alle istituzioni, ai sindacati alla società civile, alla politica, per l’apertura di un tavolo di confronto immediato che punti costruire un percorso unitario di rinascita del sistema sanitario vibonese. È necessario – concludono – promuovere una cultura della comunicazione e della informazione per recuperare il clima di fiducia della cittadinanza rispetto al lavoro di chi ogni giorno presta servizio per la salute. Non può esistere cura se l’approccio tra persone è violento. Il rispetto verso chi cura, il rispetto delle regole del luogo in cui si viene curati, il rispetto per il territorio sono i fondamenti di un vivere civile in cui ognuno ha il diritto di essere assistito, ma anche il dovere di “rispettare chi aiuta”».