domenica,Novembre 24 2024

Pizzo ricorda la tragedia della Moby Prince con una messa nel Duomo

Undici i morti calabresi nella strage del traghetto che, trentun anni fa, è entrato in collisione con la petroliera Agip Abruzzo nella rada del porto di Livorno

Pizzo ricorda la tragedia della Moby Prince con una messa nel Duomo
Un momento della commemorazione

La tragedia della Moby Prince, avvenuta trentun anni fa, ha segnato una frattura per l’Italia intera. Furono centoquaranta le persone che persero la vita. Tra queste, undici calabresi. Quattro erano di Pizzo (Rocco Averta, Antonio Avolio, Francesco Esposito e Giulio Timpano),  tre di Siderno (Luciano Barbaro, Francesco Crupi e Antonio Rodi), uno di Santa Sofia D’Aspromonte (Nicodemo Baffa), uno di Taurianova (Carlo Vigliani) e due di Parghelia (Francesco Mazzitelli e il cognato Francesco Tumeo). [Continua in basso]

Ieri pomeriggio, alle ore 18, nel duomo di San Giorgio di Pizzo è stata celebrata una messa in memoria della vittime del disastro del traghetto, a cui è seguito il deposito di una corona nel “monumento” dedicato ai caduti della Moby Prince (bassorilievi a forma di rondini scolpiti su una parete, nella piazzetta “Padiglione”). L’opera è stata creata in occasione dell’inaugurazione della piazza dall’artista vibonese Antonio La Gamba e, su una rondine, sono incisi i nomi dei quattro pizzitani che hanno perso la vita durante la tragedia.

La commemorazione si è svolta alla presenta del commissario prefettizio del Comune di Pizzo, Antonio Reppucci, del parroco don Pasquale Rosano, e del rappresentante sindacale della Fit-Cisl Vincenzo Pagnotta. «La memoria ha un valore inestimabile – ha affermato il commissario Reppucci – . Non esiste storia senza un passato che l’ha raccontata. Non bisogna mai smettere di cercare la verità: solo così si può dare senso alla democrazia». Vincenzo Pagnotta ha poi precisato: «Chi lavora dovrebbe avere zero rischi. Le vittime della Moby Prince, così come tante altre, non hanno beneficiato della sicurezza del lavoro, principio inviolabile per tutti. Non dovrebbero mai accadere episodi del genere, eppure, ancora, quasi quotidianamente, vi assistiamo».
Infine, il parroco di San Giorgio ha spiegato che serve la preghiera, soprattutto in questo tempo santo, e che è fortemente vicino a tutte le famiglie che ancora soffrono. «Sono con voi» ha chiosato il sacerdote.

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