giovedì,Dicembre 26 2024

Mileto, dall’avvelenamento al ritorno alla vita: la storia a lieto fine del cane Shasta

Il Siberian Hushy è stato strappato a morte certa dall’amore e dalla caparbietà degli “angeli” che lo hanno preso in cura. La gratitudine dei proprietari

Mileto, dall’avvelenamento al ritorno alla vita: la storia a lieto fine del cane Shasta
Il Siberian Hushy Shasta
Shasta

Martedì scorso la nostra testata ha raccontato la vicenda dei tredici cagnolini abbandonati crudelmente per strada a Mileto. Oggi, al contrario, dà contezza di una storia a lieto fine: un cane salvato nello stesso territorio comunale grazie all’amore dei proprietari e di uomini che nella loro professione sono andati oltre il semplice senso del dovere. Shasta è un Siberian Hushy di dieci mesi che, nei giorni scorsi, al rientro dall’attività sportiva di trekking con i proprietari, alle ore 22 circa si è improvvisamente accasciato in preda a una crisi convulsiva. E’ partita quindi la disperata corsa per salvarlo, con i padroni che, comprendendo la gravità della situazione, hanno chiesto telefonicamente aiuto alla veterinaria di fiducia attiva a Tropea la quale, resasi conto che si trattava di avvelenamento, ha spiegato loro che bisognava prontamente iniettare al cane dell’atropina. A quell’ora, chiaramente, non è facile reperire il medicinale. Veniva così contattata al riguardo un’azienda di settore del luogo, che non ha esitato un istante a riaprire l’attività commerciale e a far recapitare direttamente a casa quella che, in quel momento, rappresentava l’unica ancora di salvezza per l’animale. Iniettato il farmaco, Shasta ha continuato a star male. Da qui il tentativo di rianimarlo, cercando di indurlo ad espellere la sostanza velenosa ingoiata, e poi all’ulteriore disperata corsa verso una clinica veterinaria di Reggio Calabria, il passo è stato breve. [Continua in basso]


L’uscita dalla clinica

Lungo il tragitto Shasta ha continuato a peggiorare, tant’è che la veterinaria, in costante contatto telefonico con i proprietari, a un certo punto ha spiegato come fare e ha chiesto loro di praticare al povero animale un massaggio cardiaco, poi effettuato in un punto di sosta dell’autostrada. All’arrivo in clinica, ad attendere il cane e a prenderlo prontamente in consegna per cercare di bloccare l’avvelenamento ormai in circolo è stata l’equipe veterinaria della struttura. Dopo giorni in prognosi riservata, Shasta ce l’ha fatta. Nelle scorse ore il cane è ritornato a casa con i suoi padroni, i quali commossi ed emozionati ci tengono oggi a ringraziare «tutti gli “angeli” che a vario titolo hanno permesso che questa sorta di “miracolo” avvenisse». Una storia a lieto fine, dunque, quella del Siberian Hushy di dieci mesi che, come detto, stride e fa da contraltare ai tanti casi di abbandono, maltrattamento e uccisione di animali di cui, purtroppo, è piena la cronaca. E che, forse, oggi proprio per questo è… ancora più bello raccontare.

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